I mais del mondo
incontrano Bergamo

Saranno i rappresentanti del padiglione Expo della Bolivia ad aprire giovedì 8 ottobre, alle 18, alla Cascina Mulino di Astino, gli incontri internazionali dedicati a mais, formaggi e biodiversità, nell’ambito del progetto «Forme. Bergamo capitale europea dei formaggi».

Nell’ex monastero recuperato porteranno tradizioni, cibi e costumi della loro terra legati al mais, per un confronto-incontro con la nostra cultura del mais. A coordinare gli appuntamenti ci sarà Paolo Valoti, dell’Unità di ricerca per la maiscoltura di Bergamo. Al centro anche le storie dei nostri mais antichi, il Rostrato di Rovetta, lo Spinato di Gandino, il Nostrano Orobico della Val Brembana e il Nostrano dell’Isola, esempio della biodiversità che caratterizza la terra bergamasca.

«Gli incontri nascono nell’ambito del progetto “Emozioni, saperi e sapori del mais” per Expo e del progetto “Forme. Bergamo capitale europea dei formaggi” - spiega Paolo Valoti -. Vogliamo mettere in rete tutte le iniziative nate per il recupero e la valorizzazione degli antichi mais bergamaschi, dallo Spinato di Gandino fino all’ultimo riscoperto, il Nostrano della Valle Brembana. Con l’obiettivo anche di creare un dialogo internazionali con quelle terre che da sempre sono considerate le culle millenarie del mais e per le quali il cereale ha rappresentanto un cibo fondamentale di sopravvivenza. Da qui gli incontri con le delegazioni Expo di Bolivia, Messico e Nepal, che racconteranno tradizioni e cibi. Si pensi che il Messico ha ben 700 ricette per cucinare il mais. Incontri che in pieno centrano il messaggio di Expo per Bergamo: far conoscere la nostra città, meraviglia a due passi dall’Esposizione universale».

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