Telecrazia, con la «iena»
Il M5S supera Berlusconi

Dino Giarrusso era un inviato delle «Iene», il programma televisivo antesignano dell’«infoteinment», quel genere televisivo che mescola intrattenimento e informazione. Grazie al sottosegretario all’Istruzione Lorenzo Fioramonti, dei Cinque Stelle, abbiamo fatto un passo avanti nella storia del progresso, poiché è stato inventato il «funzioteinment», ovvero il funzionario dello Stato proveniente non da un concorso, non dalle carriere ministeriali o dalla ricerca ma dal mondo della Tv, superando, come ha scritto Massimo Gramellini, perfino le più ottimistiche speranze di Silvio Berlusconi, che - come è noto - coltivava il sogno infranto di voler sostituire una telecrazia televisiva alla classe politica.

Giarrusso infatti dirigerà il neonato «Osservatorio sui concorsi in università e negli enti di ricerca». Un superispettore senza macchia e senza paura pronto a smascherare il «torbido» mondo degli atenei. Se arriva una denuncia, una segnalazione che c’è qualcosa di storto, eccolo mettersi al lavoro con la sua squadra di «osservatori». In questo ruolo uno si aspetterebbe un veterano degli atenei, con un curriculum da par suo, irto di pubblicazioni, docenze, esperienze nazionali e internazionali maturate nelle università. Magari – perché no? – con una cultura e una formazione giuridica. Una sorte di Minosse del mondo universitario, inflessibile ma anche esperto e prudente, capace di valutare situazioni delicatissime, in cui si insinua il fumino del nepotismo, della raccomandazione o al contrario dell’illegittimo sospetto.

E invece ecco arrivare Dino Giarrusso, che è stato un ottimo regista, ha una laurea in Scienza della Comunicazione, ha preso ottimo in canto e chitarra, ma ha un curriculum accademico - se abbiamo letto bene - che si ferma a una quarantina di ore di docenza all’Università di Catania. Per il resto, zero esperienze accademiche, zero pubblicazioni scientifiche. In compenso è un volto «acchiappa consensi» e tanto basta per salire al vertice di un dipartimento secondo il sottosegretario all’Istruzione Fioramonti.

L’ex iena, che è un politico di discreto insuccesso (si è candidato alla Camera nei Cinque Stelle ma non è stato eletto, è divenuto «segretario particolare» di Fioramonti) dovrà controllare la regolarità dei concorsi universitari, una specie di Sherlock Holmes degli esami. E speriamo lo faccia con meno foga con cui ha affrontato il caso del regista Brizzi, ingiustamente accusato di violenza e scagionato da tutto, o con il professor Burioni sui vaccini.

Per non parlare del fatto che nel mondo universitario esistono già dei meccanismi di vigilanza che consentono ai candidati di difendere i propri diritti (come il ricorso al Tar e al Consiglio di Stato, ma non solo); forse sarebbe necessario che una classe dirigente competente li mettesse in pratica. Ma forse si pensa di risolvere i problemi mandando (non si sa se con o senza telecamera) un’ex iena a fare dei blitz contro i «professoroni parrucconi, corrotti e nepotisti». «La morte sua», dicono a Roma. «Chi meglio una ex iena per farlo?», posta su Facebook il sottosegretario, con visibile e malcelato entusiasmo, sublimando quella democrazia digitale e televisiva che fa il paio e alimenta quel sano populismo tanto di moda che permette di raggiungere insperati consensi. Cosa non si fa per qualche «like» in più. E oggi un like vale forse più di una carriera universitaria. Ma non vorremmo essere tacciati di «iena» per un’affermazione simile.

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