La bella principessa di Leonardo
al museo Eriksbergshallen

Occhi puntati sulla Svezia e in particolare su Goteborg . Fino al 15 agosto, infatti, solo nella città svedese sarà possibile vedere da vicino l'ultimo dipinto attribuito con sicurezza a Leonardo da Vinci, denominato “La bella principessa”. L'opera è custodita al museo Eriksbergshallen, un museo privato che con grande intelligenza si è accaparrato questa esclusiva mondiale.

Un'opera poco più grande di un foglio A4 di fotocopiatrice, ma con la personalità e la bellezza ispirata proprie di un grande artista. Il dipinto si dice raffiguri Bianca Maria Sforza e sarebbe una specie di ritratto “fotografico” a mezzo busto e di profilo in vista di un probabile matrimonio a distanza, per procura. E, infatti, i tratti del viso sono minuziosamente delineati, l'acconciatura dei capelli particolarmente curata e anche gli abiti sono di sobria eleganza. A sottolineare la bellezza, la “Bella principessa” non indossa gioielli, come a dire – spiegano gli esperti – “ad esaltare la mia bellezza non occorrono gioie”. Elemento a riprova dell'attribuzione c'è il ricamo del vestito all'altezza della spalla che si dice essere proprio di invenzione del genio di Vinci.

A ulteriore riprova gli esperti hanno anche accertato che il dipinto è stato realizzato con la mano sinistra, come faceva, appunto, Leonardo. Inoltre, nel dipinti ci sarebbe pure un'impronta digitale, che, dunque, potrebbe essere l'impronta dell'autore. Insomma, un gran colpo di fortuna per il suo anonimo proprietario, pare uno svizzero con casa a Parigi, che nel 1998 ha acquistato il dipinto in un'asta per poco meno di 20mila euri. Ha dimostrato buon fiuto: ha fatto fare studi e ricerche, comprese le analisi per la datazione e tutto ha portato con certezza a Leonardo da Vinci; non alla scuola: proprio di sua mano. E così il valore di quella tela è schizzato alle stelle, incommensurabile.

Per ragioni imperscrutabili il dipinto ha fatto la sua prima comparsa pubblica proprio a Goteborg e così agli appassionati d'arte si aggiunge il piacere di gustare i piaceri di una città che finora non è proprio stata in cima alle mete dei viaggiatori-turisti e appassionati d'arte. Un grande colpo, dunque, per la città che ha fatto in modo di ospitare al meglio l'opera. I curatori hanno creato un percorso di grande efficacia. Imperdibile in una visita a Goteborg è il museo Konstmuseum nel quale è esposto il meglio dell'arte scandinava, con dipinti di artisti nordici che hanno subito l'influenza culturale della Parigi fine secolo XIX, considerata la capitale mondiale dell'arte. Gli artisti hanno evidenziato la natura, la gente, la serenita mista a malinconia e l'atmosfera dell'ambiente del grande nord.

Esemplari a questo proposito l' “Hipp hipp hurra”, del 1902, una cena tra artisti che brindano a champagne, di Peder Severin Kroyer; oppure il dipinto di Albert Edelfelt (1902) che con realismo raffigura padre e figlia pescatori nelle tempestose acque del mare; oppure creature della mitologia nordica come “Lo spirito delle acque”, di Ernst Josephson; altra opera esemplare che fa da presentazione del museo stesso è quella di Richard Bergh che rappresenta la serenità di una coppia in veranda che guarda un'interminabile serata estiva. Un altro museo di sicuro fascino, poco fuori Goteborg, a Skarhamn sull'isola di Tjorn, è quello dell'acquarello, tecnica considerata ingiustamente minore, e non è solo una tecnica adatta ai paesaggi, per convincersene basta guardare le quasi mille opere esposte eseguite da artisti scandinavi. Il museo, ospitato in un edificio che sembra appoggiato sull'acqua, è stato aperto una decina d'anni fa, ma è già diventato un centro di grande importanza.

All'interno anche una scuola per imparare la tecnica pittorica dell'acquarello. Lasciando i musei, nei pressi di Goteborg navigando con traghetti o su strada si possono visitare castelli e fortificazioni dalla cui sommità si domina un panorama a 360 gradi fatto di bracci di mare, isolotti e casette colorate. La Fortezza Carlstern sull'isola di Marstrand è un esempio di costruzioni militari del XVII secolo con torre rotonda, ampiamente rimaneggiata nei secoli seguenti per adeguarla alle nuove tecniche militari. Nella costruzione si utilizzò il lavoro forzato dei condannati per pene gravi, in Svezia, infatti, si diceva “pena Marstrand” per indicare i condannati ai lavori forzati. Oggi la fortezza è usata nei mesi invernali come scuola militare, mentre d'estate è aperta ai turisti. Formidabile guida è l'ultimo comandante della guarnigione, rigorosamente in costume d'epoca.

info
Eriksbergshallen, dal 20 marzo al 15 agosto 2010. www.and-there-was-light.com

f.bar.

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