Gubbio, un albero da record
E la città profuma di tartufo

Resterà acceso sino al 10 gennaio e sarà, ancora una volta, l’albero di Natale più grande al mondo. E’ un record registrato tra i primati di Guinness che si rinnova ogni anno a Gubbio, cittadina umbra carica di storia e di arte.

Disegnato sulle pendici del monte Ingino, che sovrasta Gubbio e sulla cui cima è la basilica dedicata al protettore Sant’Ubaldo, il gigantesco albero conta 800 sorgenti luminose fisse collegate da circa 15 chilometri di cavo elettrico. Sulla sommità viene ricostruita ogni anno una impalcatura per sostenere la stella cometa. Il tutto è visibile da molto lontano.

Un apposito comitato ha lavorato gratuitamente per circa 2 mila ore per allestire l’albero dei record. Nel periodo natalizio il gigantesco albero - che ha la base di 350 metri e un’altezza di 650 - rappresenta una attrattiva in più per questa cittadina che anche nel 2014 ha registrato un aumento di turisti da ogni parte del mondo. Del resto, è difficile non innamorarsi di questo centro storico dalle pietre millenarie, con chiese, palazzi, musei che sono scrigni di suggestioni artistiche. Mezza giornata meriterebbe solo la visita all’interno del Palazzo dei Consoli, dove il museo archeologico e la pinacoteca ripercorrono la storia secolare della città, a partire dalle notissime “Tavole Eugubine” (III secolo avanti Cristo), che hanno permesso di interpretare la lingua umbra.

Passando dalla storia alla gastronomia, ricordiamo che Gubbio è una delle capitali italiane del tartufo bianco. E’ impossibile in questa terra trovare un ristorante che non proponga un piatto a base di tartufo. Con il tartufo i buongustai possono trovare tante altre specialità locali, come il farro perlato, la cicerchia, il pecorino di fossa, il formaggio al tartufo nero, la carne di qualità del vitellone dell’Appennino centrale, la crescia al formaggio, il pancaciato con le noci.

Sua maestà il tartufo è stato protagonista in occasione della sesta edizione del “Premio Tartufo di Gubbio”, una sfida tra dieci grandi chef. Sul podio, dopo tre sessioni di gara intorno ai fornelli, sono saliti con identico punteggio i cuochi Alessandro Trovato del ristorante “Monnalisa” del Grand Hotel Da Vinci di Cesenatico e Giovanni Luca Di Pirro del ristorante “La Torre” dell’Hotel Castello del Nero di Tavarnelle Val di Pesa (Fi). Tutti e dieci i cuochi in gara hanno realizzato, come da regolamento del concorso, le loro proposte con il tartufo bianco di Gubbio, prelibato fungo ipogeo che non ha nulla da invidiare a quella di altri territori italiani.

La squadra delle «berrette bianche» schierata ai fornelli per l’edizione 2014, oltre a Trovato e Di Pirro, era composta dai portacolori eugubini Claudio Ramacci del ristorante “Taverna del Lupo”, Paolo Pascolini del ristorante “La Cia”, Adilgerio Tosti del Park Hotel “Ai Cappuccini”, Andrea Cesari del country resort “Coldimolino” e Stefano Salvi Marchetti dell’Agriturismo Guinzano, mentre i cuochi extra-moenia erano: Filippo Scapecchi del ristorante “Vespasia” di Palazzo Seneca di Norcia (Pg), Aniello Di Lieto del ristorante “Le Colonne” del Grand Hotel Des Bains di Riccione (Rn) e Ireneusz Koniuszek del ristorante “Refektarz” dell’Hotel Zamek Ryn di Ryn (Polonia) proveniente dalla regione polacca dei Grandi Laghi gemellata con la Provincia di Perugia.


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