Sardegna, l’isola sandalo
I top resort di Delphina

Se la Guadalupa è l’isola farfalla, la Bosnia ed Erzegovina il Paese a forma di cuore, l’Italia ha trovato somiglianza a uno stivale: la Puglia è il tacco del Bel Paese, la Sicilia la scarpa. E la Sardegna? Un sandalo.

I Greci la chiamavano Ichnusa (impronta), i Romani Sandalion (sandalo). Infradito, «havaianas» o sandalo che sia, ad ogni buon conto la Sardegna ha già fatto le scarpe a tanti, quantomeno in fatto di turismo. Chi desidera qualcosa di rilassante, deve volgere lo sguardo alla costa nord occidentale. Da Stintino alla Gallura è tutta una sequenza di cale e calette, spiagge e insenature. Da Castelsardo all’Isola Rossa il litorale è fatto di bianca sabbia e dune selvagge. Proprio Castelsardo fa da guardia alla costa. Il borgo conserva mura di recinzione e fortificazioni. Il castello fu costruito dai Doria nel XII secolo, poi dalla metà del ’400 passò agli Aragonesi.

Il centro storico è un dedalo di viuzze, che portano alla cattedrale di Sant’Antonio abate con il campanile aragonese e la chiesa di Santa Maria, da cui si gode una vista mozzafiato sul mare. In questo labirinto di case fanno capolino anziane cestinaie, artiste nell’intreccio di fibre vegetali, capaci di creare cestini di varie fogge e colori. Nelle vicinanze, i turisti fanno tappa alla Roccia dell’Elefante, masso a forma pachidermica dovuta all’erosione nei secoli. Il vero spettacolo della natura rimane la spiaggia che corre per chilometri lungo la costa.
Questo superbo arenile di sabbia, ideale per lunghe passeggiate, a Badesi Marina è coronato da dune a pochi passi dalla macchia mediterranea, da profumati ginepri e da vigneti. In questo punto del Golfo dell’Asinara è presente il Resort Dune Village, uno dei più attrezzati complessi alberghieri della Sardegna con 390 camere, 6 ristoranti, 4 piscine, 4 bar, spazi attrezzati e sicuri per bambini e moltissime attività sportive e ricreative. Il numero così elevato di camere non deve ingannare, i servizi sono tagliati su misura e le quattro aree (I Ginepri, Le Palme, Le Rocce, La Duna Bianca) sono suddivise secondo le tipologie dei clienti (coppie, famiglie con più bambini, coppie con un solo bimbo ecc.).

A 5 minuti di gommone o con una passeggiata di 30 minuti, dalla spiaggia del Resort Dune Village di Badesi si arriva all’Isola Rossa, insolito borgo di pescatori dediti alla conservazione viva di mitili e crostacei, località tra le più suggestive dell’isola, con il porticciolo in granito rosso, la torre aragonese, il lungomare e spiagge di vario tipo, calette di roccia rossa, sabbia candida e fine, arenili liberi e attrezzati. In invidiabile posizione panoramica si trova il Torreruja, a due passi dalle botteghe e dal lungomare, che si affaccia su uno scenario marino dove gli ospiti si attardano per ammirare il sole che scompare dietro l’isolotto. A poca distanza dall’abitato c’è la spiaggia Sa Marinedda, che dà il nome all’omonimo Hotel Marinedda Thalasso Spa. È uno dei più prestigiosi centri di talassoterapia del Mediterraneo, una delle carte sulle quali punta da anni il gruppo Delphina (www.delphina.it) che vanta selezionati hotel e resort del nord della Sardegna, assieme all’altra carta vincente ovvero il golf associato al soggiorno.

Il Centro Thalasso Spa del Marinedda utilizza l’acqua di mare a fini di prevenzione, di terapia e di bellezza. Una pratica che risale ai tempi antichi: nel 480 a.C. Euripide scrisse che «il mare guarisce le malattie dell’uomo». I micro organismi, i sali, i minerali e gli oligo-elementi presenti nell’acqua marina, il clima iodato, le alghe e i fanghi marini hanno moltissime proprietà benefiche per la salute e per la bellezza. Il centro di Marinedda preleva acqua di mare di qualità eccellente grazie alla purezza dell’ambiente marino della Sardegna e alle correnti delle Bocche di Bonifacio che ne assicurano il continuo ricambio. Il Centro offre una piscina semicoperta di acqua marina riscaldata con idromassaggio; percorsi Thalasso; sala cardio-fitness; bagno turco e saune; cabine per trattamenti. Quest’ultimi sono arricchiti con oli essenziali di piante aromatiche che crescono in Sardegna. Il profumo di queste piante, misto al salmastro, è chiamato «mal di Sardegna». Nulla di grave, lascerà solo il desiderio di tornare nell’isola.

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