Slot, confronto con gli esperti
L'incontro a Palazzo Frizzoni

Ultimo appuntamento per la campagna informativa sul gioco d'azzardo organizzata da Asl, L'Eco di Bergamo e alcune amministrazioni comunali. Dopo i precedenti incontri a Romano e di Albino, ora sarà la volta del capoluogo.

Ultimo appuntamento per la campagna informativa sul gioco d'azzardo organizzata da Asl, L'Eco di Bergamo e alcune amministrazioni comunali. Dopo i precedenti incontri a Romano e di Albino, ora sarà la volta del capoluogo.

Martedì sera, dalle 20.30, la sala consiliare di Palazzo Frizzoni, in piazza Matteotti, si trasformerà in un luogo di confronto tra esperti del settore sui temi della ludopatia e della proliferazione delle sale da gioco in città e in provincia. I protagonisti del dibattito, aperto al pubblico, saranno il primo cittadino Franco Tentorio, il direttore generale dell'Asl Mara Azzi, il direttore de L'Eco di Bergamo Giorgio Gandola, l'assessore alle Attività produttive Enrica Foppa Pedretti (promotrice del regolamento comunale contro l'apertura di centri slot in prossimità di edifici sensibili, come scuole e oratori) e Leonio Callioni, assessore ai Servizi sociali e presidente del Consiglio di rappresentanza dei sindaci che ha sottoscritto il manifesto di Legautonomie per la legalità e contro il gioco d'azzardo.

Parlano gli esperti
Nel corso della serata saranno presentate le relazioni «Quando il gioco si fa duro...Quando giocare diventa un problema: alcune riflessioni per capire il fenomeno e condividere strategie di intervento» di Paolo Donadoni, responsabile Sert Bergamo - Dipartimento delle dipendenze, Asl Bergamo e «Il gioco, aspetti etici e antropologici» di don Claudio Visconti, direttore della Caritas diocesana.

La campagna de L'Eco
Nel frattempo non si ferma la campagna de L'Eco di Bergamo «No slot», che assegna un adesivo agli esercizi pubblici che non hanno videolottery o simili. I bar che intendono aderire non devono far altro che segnalare il proprio nome e il proprio indirizzo al sito [email protected] oppure ai nostri uffici di viale Papa Giovanni XXIII 118. Chi lo ha già fatto e vuole ritirare la vetrofania da collocare sulle vetrine del proprio locale è invitato a presentarsi dalle 8 alle 19. Al momento verrà scattata una fotografia che verrà pubblicata sul sito internet e sul giornale insieme al nome del locale. Tra questi locali «Slot free», ci sono alcuni bar che non ne hanno mai avute oppure altri che le hanno eliminate, oppure esercizi che hanno deciso di offrire la possibilità ai propri clienti di giocare, ma in modo sano.

Carte, non slot
«Qui da noi le sfide sono solo con le carte - dice Martino Bottani del bar ristorante il Glicine di San Giovanni Bianco, in via Ceresa (hanno ritirato l'adesivo il cognato Gian Paolo Cortinovis e la figlia Valentina) - in 50 anni non abbiamo mai avuto macchinette, dove c'è l'azzardo c'è il disagio, ci sono persone che si lasciano ingolosire dal guadagno facile. Meglio una bella partita a scala quaranta». Da Half Crown pub di via Manara ad Antegnate ci si può divertire con karaoke, serate a tema e animazione: «Noi le abbiamo avute quattro anni fa - racconta la titolare Raffaella Andreini - poi in seguito a una spaccata abbiamo voluto toglierle, anche se i gestori hanno cercato di farmi pagare la penale. Alcuni clienti buttavano fino a 10mila euro al mese e se non vincevano diventavano aggressivi».

Anche il bar La Libellula di via Nazionale a Entratico ha avuto le slot, ma per poco: «Le abbiamo tenute sei mesi - spiega Carmelo Rota -, ma in una settimana abbiamo subito due furti, così le abbiamo fatte sparire». La barista laureata Da Che bel campà, di corso Europa a Levate non ci sono giochi, ma un «portatore» di legalità: «Sono laureata in giurisprudenza, ma ho seguito la passione per questo lavoro che facevo da studentessa - dice la titolare Laura Avogadri - non ho mai avuto macchinette e mai le metterò. Questo è un ambiente familiare, una caffetteria con la tavola calda».
Elisa Riva

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