Mutti: «Il Bologna è in salute
ma giochiamo ad armi pari»

A sole 24 ore dalla partita di Bologna, valida per il recupero della diciassettesima giornata di campionato, l’allenatore atalantino Bortolo Mutti non ha ancora deciso chi scenderà in campo dal primo minuto. «Abbiamo ancora a disposizione due allenamenti per valutare tutte le situazioni. Potremmo riproporre gli stessi 11 del match contro la Lazio o apportare alcune modifiche. Decideremo dopo la rifinitura in quel di Bologna».

La sfida contro la formazione felsinea si presenta come uno scontro salvezza quasi decisivo, da dentro o fuori. «Sarebbe importante mantenere certe distanze in classifica. L’Atalanta giocherà per ottenere il massimo: non rinunceremo a fare la partita!».

A chi gli ricorda il ruolo di Acquafresca in questo periodo, reduce da due panchine consecutive, mister Mutti rammenta quale debba essere lo spirito necessario per raggiungere la salvezza. “Tutti sono importanti, nessuno si deve considerare escluso. Noi abbiamo solo un obiettivo: il bene dell’Atalanta. La titolarità è un premio, bisogna sudarsela e guadagnarsela. A me interessa la squadra”.

L’analisi dell’allenatore bergamasco si concentra sull’avversario di giornata. «Il Bologna - prosegue il mister nerazzurro – è reduce da una gran partita, è una squadra in salute, composta da giocatori veloci e importanti. La stanchezza per gli incontri ravvicinati? Partiremo alla pari, dato che entrambi siamo reduci da un match ad alta intensità».

Che Atalanta si dovranno aspettare i tifosi, che potranno gustarsi la partita solo davanti alla tv? «I miei ragazzi dovranno scendere in campo con convinzione. Ci aspetta un periodo duro, anche se noi ora dobbiamo pensare ad affrontare una partita alla volta. Sono convinto che questo gruppo abbia la capacità di reagire. Dispiace per l’assenza dei tifosi, che contro la Lazio ci hanno sostenuto dall’ inizio alla fine».

A chi gli chiede, citando il modulo offensivo del Milan di Leonardo, a quale tipo di schema si ispiri dal centrocampo in su, mister Mutti risponde secco e con il sorriso sulle labbra: «Noi abbiamo altri problemi – conclude l’allenatore atalantino –. Il nostro è un 4-4-1 o un 4-4-2 di operai, che devono costruirsi una casa. Abbiamo iniziato il lavoro, ma siamo solo alle fondamenta: per arrivare alla fine ce ne vuole».
Per mister Mutti una chiusura in puro stile orobico.
Simone Masper

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