Il commento: un pareggio
che sta un po' stretto

Un pareggio, quello dell’ Atalanta a Bologna, sicuramente da non gettare ma che sta stretto all’ennesima potenza. Sì perché sono stati i nerazzurri, specie nella ripresa, ad assumere con autorità l’iniziativa costringendo gli avversari ad arretrare il baricentro e a difendersi,il più delle volte, con affanno. Insomma, una prestazione di prim’ordine che ha ricordato per lunghi tratti quella vinta in casa,domenica scorsa, contro la Lazio. Ed etichettando la prova di “prim’ordine” intendiamo evidenziare la qualità di gioco espressa e il totale impegno agonistico.

Se non si è sbancato lo stadio “Dall’Ara” è forse perché, nei quarantacinque minuti iniziali l’undici atalantino ha incontrato eccessiva difficoltà ad entrare autorevolmente nell’area avversaria. Tornando subito e doverosamente alle note positive emerse,teniamo conto dell’indubbio merito da parte dell’intero collettivo di aver rimontato due reti, per di più, in trasferta e contro contendenti,affamati come del resto noi di punti.

Alzi la mano, infatti,chi sullo 0-2 aveva manifestato ottimismo sul risultato finale. Evidentemente, la musica è cambiata pure sotto l’aspetto mentale e dell’umiltà nell’istante in cui Lino Mutti ha prelevato alla guida tecnica il dimissionario Antonio Conte.

Anche valutando le prove individuali c’è da rimanere allegri. Limitiamoci a menzionare un nerazzurro sugli altri: quel Chevanton che con il suo importante eurogol ha detto chiaramente di “esserci”. Certo, la classifica è lì da vedere, l’equivalente di un percorso tuttora in chiave-salita. Ciò, tuttavia, non costituisce novità ma meditiamo su questa dichiarazione di Mutti rilasciata al termine della partita: “La posizione in graduatoria non ci deve assolutamente frustrare perché proseguendo in tal modo abbiamo le carte in regola per tirarci fuori dai guai”.
Arturo Zambaldo

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