Primo tempo da dimenticare
poi un po' meglio. Ma ...

In chiave Atalanta un primo tempo da mani nei capelli; una ripresa sicuramente migliore, ma non c’è da consolarsi perché la classifica è rimasta assai precaria. Sarà un caso che, contro la Lazio a parte, nelle ultime tre partite (Bologna, Genoa e Sampdoria) di gestione-Lino Mutti si sia andati puntualmente al riposo sotto di due reti?

Difficile rispondere anche se resta l’inconfutabilità delle cifre. Più facile, invece, sostenere che per rimontare lo svantaggio devi quanto meno possedere punte in grado di ergere da protagoniste. Ma nel doppio confronto in Liguria i nostri quattro attaccanti puri impiegati a intermittenza (Tiribocchi, Acquafresca, Cheventon e l’ultimo arrivato Amoruso) hanno litigato parecchio davanti alle porte avversarie nonostante si fossero presentate loro alcune invidiabili occasioni da gol.

Ci si potrebbe consolare all’idea che se si è costruito qualcosa di buono da metà campo in su è in virtù del lavoro settimanale programmato e attuato dal mister bergamasco. Ma, evidentemente, è troppo poco. Nota da bicchiere mezzo pieno è la constatazione che, pure contro l’undici dell’ex Gigi Del Neri, gli atalantini hanno terminato la partita in assenza di debito d’ossigeno. 

Elemento, questo, da non sottovalutare in proiezione prossima-futura. Ancora in chiave ottimistica, anche se il termine potrebbe sembrare fuori luogo visto il momento, non è vietato credere e sperare negli innesti forniti dal mercato di riparazione di gennaio. Al di là dell’età avanzata (naturalmente da dare in esclusiva all’anagrafe calcistica) gli ingaggi di Volpi, chiamato a fornire ordine a centrocampo, e di Amoruso, appena giunto a Bergamo con l’obbligo di sostituire l’indecifrabile Acquafresca, dovrebbero contribuire a raddrizzare una barca che, praticamente, dal via del torneo sta facendo parecchia acqua.

Per finire: l’assenza di capitan Doni è da considerare una valida attenuante? Fate voi, manca però come sempre in questi casi, la controprova….

Arturo Zambaldo

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