Atalanta, Manfredini è sicuro
Tre punti domenica e cambia tutto

Quando si dice fermarsi sul più bello. Aspetti mezzo campionato che il fisico faccia giudizio, fatichi qualche partita per far girare il motore ai regimi giusti, e poi zac. Una manciata di minuti, e Thomas Manfredini domenica si è ritrovato davanti un nuovo cartello con la scritta «stop». Ammonito, e squalificato.

Ha esagerato lei con quell'intervento o ha esagerato l'arbitro con l'ammonizione?
«Era un'azione pericolosa, non potevo non intervenire. Il problema è che erano passati solo due minuti ed era il primo intervento che facevo. E poi il campo era scivoloso, quindi ogni intervento sembrava più pericoloso di quello che era. Ma non potevo non intervenire».

Ma un cartellino preso in avvio quanto pesa?
«Pesa, soprattutto per un difensore centrale. È andata bene che non ne ho prese altre».

È andato bene anche il risultato, no?
«Alla vigilia l'avremmo sottoscritto».

In effetti la gente ne discute: punto preso o due punti persi?
«Abbiamo lasciato per strada qualche punto importante. Le condizioni per vincere c'erano tutte, e una vittoria ci avrebbe fatto fare un grande balzo».

L'ambiente stavolta non vi ha condizionati.
«No, ce la siamo giocata a viso aperto, con una prestazione importante».

Ma scusi: andate a Genova timidi timidi e a Catania spavaldi. Perché questa differenza?
«Perché adesso è chiaro a tutti che non si può più sbagliare. Catania era un bivio: se avessimo perso saremmo finiti a meno sei. È chiaro che adesso che non si può più sbagliare sta uscendo la vera Atalanta».

Adesso ogni errore può essere fatale.
«Sappiamo bene che dobbiamo fare punti in ogni modo, e fortunatamente ci stiamo riuscendo».

State riuscendo anche a non subire gol. Sono due partite di fila: un evento, quest'anno.
«Questo è un dato fondamentale per due motivi: mantenere la porta inviolata porta punti, e poi tutto il reparto prende fiducia».

Domenica è apparsa evidente una differenza, tra voi e il Catania. Il Catania sembrava sui livelli dell'andata, voi sembravate un'altra squadra.
«Ma questo capita spesso. Ci troviamo di fronte avversarie che stanno meglio di noi in classifica, ma che sembrano ben più deboli. Penso al Bologna, che ha pareggiato con noi facendo due tiri in porta. Ma anche il Livorno, il Bari...».

Gli altri frenano, voi accelerate...
«Speriamo, anche perché l'Atalanta dell'andata era troppo brutta per essere vera. C'erano tante situazioni storte che hanno causato questi problemi, ora c'è la consapevolezza che li possiamo risolvere».

A partire da domenica con il Chievo.
«Mi peserà non esserci. Anche perché adesso sto ritrovando la condizione migliore dopo tanti problemi. E poi adesso c'è bisogno di tutti, non solo del mio apporto».

Domenica sera come potrebbe cambiare la classifica? Il calendario è interessante...
«Le nostre avversarie hanno trasferte difficili, se noi vinciamo ci cambia totalmente la prospettiva. Dobbiamo farcela a tutti i costi, perché non è risolto niente».

Secondo lei la lotta per la salvezza è destinata a restare un affare chiuso tra poche squadre o qualche altra rischia di essere risucchiata?
«Il rischio per qualcuna c'è. Il Bologna per esempio, ma anche Chievo e Bari. Squadre che andavano fortissimo nell'andata e che adesso hanno problemi. Se si ritrovassero a quattro, cinque punti dalla zona calda potrebbero andare in difficoltà».

Prima però bisogna battere il Chievo.
«Ce la possiamo fare, e poi potremmo proseguire col vantaggio psicologico di chi sta rimontando, sperando che a qualche avversaria vengano gli attacchi di panico».
 Ro. Be.

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