La cicoria della Val Gandino
porta bene a Lino Mutti

Il ritiro a Zingonia? L'assenza forzata di capitan Doni? La forma di Valdes? Se i tifosi si chiedono dove risiedono le ragioni della piccola «rinascita» dell'Atalanta nelle ultime gare, con relativi sei punti sei in due partite, si mettano il cuore in pace. Il segreto non sta nell'approccio e nemmeno nelle alchimie tattiche. Il merito è semplicemente la cicoria della Val Gandino.

Eh sì, perché forse è sfuggito alle cronache e agli infiniti dibattiti televisivi, ma a fare la differenza nelle sfide cruciali con Livorno e Cagliari al Comunale è stata proprio la gustosa erbetta che occhieggia da qualche settimana nei prati alle pendici del Farno e di Valpiana. La storia è presto spiegata: lo scorso 15 marzo l'Atalanta Club Valgandino organizza, come fa da più di trent'anni, la cena sociale, con ospiti neroazzurri e la consegna del «Bravo Papà» ad Adriano Ferreira Pinto.

Alla serata non può mancare mister Lino Mutti, socio del gruppo guidato dal presidente Enzo Conti sin dai primi anni '80, quando Marino Magrin saliva in Valle per incidere l'inno «Forza Atalanta». In Val Gandino hanno sempre pensato che medaglie e targhe poco si confanno a un ritrovo fra sportivi: da decenni il riconoscimento consegnato agli ospiti è una formaggella nostrana, prodotta in serie limitata ed elargita con tanto di fiocco neroazzurro.

Per il socio-mister ci vuole qualcosa di più: ecco allora la promessa di una cena con gallina bollita nel latte (roba da intenditori) in caso di salvezza e un amuleto che in valle dicono portentoso: la prima cicoria di primavera. Nei giorni immediatamente precedenti alla cena pareva confermata la litania dell'anno «sciagurato»: poca cicoria nei prati e soprattutto una bella nevicata a completare la iattura. I raccoglitori (o meglio le raccoglitrici) non si sono persi d'animo e hanno presentato alla cena un cesto con il prezioso amuleto, consegnato a mister Mutti in pompa magna, come si conviene.

Ad innaffiarlo, tanto per gradire, anche l'olio molisano di Pasciullo, un altro ex che ha pensato bene di dare al prodotto il marchio di «Luigino Nazionale». Il resto è cronaca: due vittorie sonanti e la speranza che si riaccende. In Val Gandino ci credono, la foto è d'obbligo. I pessimisti sentenziano da tempo che per l'Atalanta è un anno da «pane e cicoria». L'importante che sia quella della Val Gandino.

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