È gol per tutti tranne che per l'arbitro
Anche gli Juniores senza fair play

L'episodio non è unico, ma ha pochi precedenti. Scanzorosciate-Lemine, categoria juniores regionale B girone D, sabato pomeriggio. Parziale 0-1, a dieci minuti dalla fine, i padroni di casa (si fa per dire, giocano le loro partite interne in centro città) sono alla ricerca del gol del pareggio.

Quando meno te lo aspetti, Daniel Suardi, classe '94 all'esordio in categoria (classe '91 e '92, fuoriquota esclusi), al limite dell'area fa partire una saettata mancina che s'infila nell'angolino. Precisa. Con il senno del poi troppo. Perché quel pallone va a sbattere contro il palo di sostegno interno della porta e rientra in campo.

Gli avversari si avviano a capo chino verso il centrocampo, mentre «Suardino» è sommerso dall'affetto degli amici in panca. Per poco. Perché per l'arbitro Simone Borlini della sezione di Bergamo, quella palla, non è mai entrata in porta. Si riparte in un clima quasi surreale, dopo un lungo conciliabolo fra le due panchine, dove tutti avevano visto tutto e qualcuno ha fatto finta di nulla. Il risultato resterà 0-1. A sfavore del fair play.

Ironia della sorte, sulla panchina dello Scanzorosciate, c'era Augusto Foresti. Uno che a 60 anni ne ha alle spalle 30 anni di panchina, tre dei quali proprio a Lemine «Pensavo di averle vista tutte, mi mancava solo questa - dice il mister con ironia -, non voglio fare la morale a nessuno ma noi forse, al posto degli avversari, ci saremmo comportati in maniera diversa».

Dall'altra parte c'era Franco Andreetti, che allenava la juniores gialloverde già ai tempi della sua esperienza a Almenno San Salvatore: «L'ammissione o l'idea di farci far gol doveva venire da lui, non l'ho forzato - continua Foresti -. Non c'è stata un po' ne sono rimasto rammaricato. Comunque amici come prima: è il calcio non la vita, anche se il primo, almeno a livello giovanile, dovrebbe essere utilizzato anche per trasferire principi di un certo tipo».

In casa gialloverde, a parlare, è invece il direttore generale Pierluigi Pellegrinelli. Non era alla partita, ma è stato informato dettagliatamente sui fatti: «Quella palla era entrata in porta - dice il dirigente - abbiamo sbagliato a non ammetterlo, non lo rifaremmo, e siamo disponibili per rifare la partita o dare allo Scanzo il punto che si era guadagnato sul campo».

Difficile accada, non essendoci gli estremi per un errore tecnico arbitrale. Lecito chiedersi quindi perché, sul momento, nessuno dei suoi abbia battuto ciglio: «Juniores e allievi sono categorie dal contenuto agonistico simile alla prima squadra - continua Pellegrinelli - e qualche ragazzo inizia a essere smaliziato. Probabilmente, causa trance agonistica, non siamo stati capaci di capire che eravamo di fronte a un episodio del tutto eccezionale in cui comportarci con maggior signorilità. Anche solo per l'affetto e la riconoscenza che ci lega a mister Foresti».
 Luca Persico

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