IL COMMENTO Simbiosi
fra società e allenatore

Società e allenatore in una incoraggiante e inequivocabile simbiosi. E' la prima impressione riscontrata nel corso dell' incontro con i rappresentanti della stampa di Stefano Colantuono, presentato dal presidente Antonio Percassi. Al ribadito obiettivo dell' immediato ritorno in serie A del nuovo proprietario che ha annunciato, tra l' altro, ufficialmente l' avvenuto passaggio del 70% delle azioni da parte della famiglia Rugger,i hanno fatto puntualmente eco le considerazioni, altrettanto possibilistiche, dell' allenatore romano. Insomma, l' Atalanta riparte da una piena sintonia tra dirigenza (intesa nel più ampio senso del termine) e staff tecnico da non sottovalutare visto anche l' ambizioso traguardo prefissato e mai lesinato.

Certo, alle intenzioni e alle belle parole dovranno seguire i risultati sul campo ma esistendo come sembra i presupposti perché non vedere già il classico bicchiere mezzo pieno? A renderlo tale è la volontà ripetuta da Percassi di mantenere intatta l' intelaiatura della squadra e di sostituire gli eventuali due-tre partenti con pedine di provato affidamento e qualità. Privilegiati l' assetto dell' organico e l' avvenuta scelta del mister passiamo al contagioso entusiasmo, sempre di Percassi, nel coinvolgere la tifoseria. Ed i suoi accorati messaggi del tipo “Desidererei battere il record degli abbonamenti” “Sogno uno stadio sempre pieno” “Un numero considerevolmente maggiore di bergamaschi dovranno dimostrare di amare fino in fondo l' Atalanta” non dovrebbero proprio rimanere fini a se stessi.

Anche l' apporto di Colantuono potrebbe rappresentare un valore aggiunto di estrema importanza. Come dimenticare, del resto, la brillante e concreta squadra da lui diretta che galoppò subito verso la massima categoria con il sesto posto conquistato nel campionato successivo? D' accordo, le modalità con le quali Colantuono lasciò Bergamo per trasferirsi a Palermo suscitarono, allora, parecchie perplessità ma all' idea di una nuova immediata cavalcata chi non sarebbe propenso a chiudere definitivamente sul passato i classici due occhi?

Arturo Zambaldo

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