Vistalli fa polpette del personale
nei 400 (45"38) e sfiora la finale

«I complimenti? Fanno piacere, ma il dato di fatto è che non sono riuscito a entrare in finale». Con quella faccia un po' così, quell'espressione un po' così, che hanno quelli che hanno visto svanire un sogno, alle sette della sera di mercoledì 28 luglio Marco Francesco Vistalli fa buon viso a amaro verdetto.

Il suo 45”38 nella semifinale dei 400, personale migliorato di 57 centesimi, sesto crono di sempre in Italia (a 19 dal record tricolore) non gli è bastato per arrivare in finale. Primo degli esclusi, colpa di sei centesimi: «Li ho persi in partenza - ha ammesso il 23enne poliziotto di Torre Boldone (in forza alle Fiamme Oro via Atletica Bergamo 59 Creberg) - purtroppo non è bastata quella rimonta».

Già il rettilineo finale. Nonostante una condizione fisica non ottimale (è stato in forse sino al riscaldamento per un problema al tendine) l'allievo di Alberto Barbera si è reso protagonista di una fantastica progressione che l'ha portato a chiudere al quarto posto alle spalle dell'irlandese Gillick (44"79), del britannico Bingham (44"88) e del polacco Kozlowski (45"24). Nell'ultima semifinale il belga Kevin Borleé gli ha negato, con 45"32 (terzo posto), la finale.

Ora testa al weekend: c'è la staffetta 4x400 e si può puntare a qualcosa di importante: «A patto di rimare tutti quanti concentrati - ha detto Vistalli in chiusura -, il rammarico è aver corso in terza batteria, con un tempo così, nelle altre, sarei in finale. La Milani? Sì, Averla vista andare così forte è stato uno stimolo in più».

Non ce l'ha fatta a conquistare un posto nella finale nell'asta Elena Scarpellini, che ha chiuso al 22° posto a quota 4,05. Un peccato considerata la quota di qualificazione della vigilia (4,40 come il suo personale), ma soprattutto l'esito delle eliminatorie, che ha visto una mezza dozzina di pretendenti fermarsi a un modesto 4,35: «E pensare che stavo bene – ha detto –, tanto che ho deciso di provare direttamente ai 4,25 senza passare per i 4,15. Poi però mi sono bloccata: all'inizio non ho trovato la rincorsa, poi la tecnica nei salti».
 Lu. Pe.

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