Basket, tiri liberi sulla Comark
Una squadra camaleontica

La vera Comark è quella a tratti inguardabile piegata al PalaFacchetti dal Parugia oppurre quella ammirata sabato scorso in trasferta contro Omegna? Difficile, per il momento, rispondere viste le camaleontiche prestazioni a distanza di sei giorni. Meglio, allora, rimandare ogni valutazione ai prossimi turni in quanto le partite sin qui disputate sono state soltanto tre.

Una ripetitiva considerazione, però, è pur sempre attuale partendo dal presupposto che in entrambe le gare giocate (specie con Perugina) le cifre di fine partita relative ai pivot trevigliesi sono risultate deficitarie. Del resto come si sarebbe potuto ipotizzare una partenza sprint del talentuoso ma inesperto Borra e una metamorfosi in positivo del rendimento di Zanella, utile sin che si vuole ma mai protagonista in assoluto? Ne deriva che, alla luce di questo inizio di campionato, persiste la convinzione che se a coach Simone Lottici si dovesse regalare in corsa un pivot all'altezza degli altri quattro titolari, pressoché, inamovibili (Marino, Vitale, De Min e Reati) gli obiettivi del sodalizio della Bassa assumerebbero traguardi ben più ambiziosi.  Sullo stesso problema è stato costretto a convivere, nella passata stagione sportiva, l'allenatore Simone Morandi con le conseguenze note a tutti.

Capitolo «lunghi» messo da parte (per il momento) parlando del match con Omegna meritevole di essere posto sul piedestallo è l'under Marulli che ha sbalordito gli spettatori per l' autorevolezza con la quale in non rari frangenti ha preso in mano la squadra. E c'è chi giura, in particolare il general manager Euclide Insogna, uno cioè che di giovani se ne intende, che Marulli è tra i giovani della serie A dilettanti con le carte in regola per una luminosa carriera. Sempre a proposito di babies occhio pure a Milani, in possesso già di evidenti qualità che potrebbero smentire, a breve, quei media che sin qui non le hanno captate.

Arturo Zambaldo

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