Sport / Bergamo Città
Sabato 08 Gennaio 2011
Dakar, Perico: compleanno sul camion
«Dodici ore di odissea incredibile»
«Non ho mai partecipato a una guerra, ma questa è una guerra, una vera e
propria guerra di sopravvivenza, sia per l'equipaggio che gli stessi
veicoli». Sembra esagerare Alessandro Perico quando ci comunica il suo
pensiero dopo aver chiuso la tappa di giovedì alla Dakar 2011.
«Non ho mai partecipato a una guerra, ma questa è una guerra, una vera e propria guerra di sopravvivenza, sia per l'equipaggio che gli stessi veicoli». Sembra esagerare Alessandro Perico quando ci comunica il suo pensiero dopo aver chiuso la tappa di giovedì alla Dakar 2011.
A un'attenta analisi invece non ha tutti i torti, perché a un terzo di gara sono già 113 i veicoli che venerdì mattina non hanno preso il via della tappa da Iquique ad Arica (Cile), composta da 265 km di trasferimento più 456 km di prova speciale.
Tra le 32 auto che mancavano all'appello c'era anche la PanDakar di Verzeletti-Calubini, che giovedì è giunta fuori tempo e non è riuscita a ripartire: Giulio Verzeletti non ha potuto sostenere le proprie ragioni con i commissari perché già partiti, ma venerdì ha ugualmente cercato di raggiungere il bivacco d'arrivo della tappa per chiedere di essere riammesso. Identica procedura ha seguito il camion Unimog di Vismara-Fortuna.
Incuriositi abbiamo chiesto a Perico, che proprio il 6 gennaio ha festeggiato 35 anni, di raccontarci la giornata di giovedì. «Questi 432 km di speciale sono stati un'odissea: ci siamo insabbiati più di una volta e abbiamo rotto la barra in mezzo al deserto. Siamo stati costretti a cambiarla immersi nella sabbia, un'esperienza allucinante».
Il rallista di Vaprio d'Adda si è detto impressionato soprattutto dalle dune: «Alcune facevano veramente paura. Tutte le volte che raggiungevamo la sommità di una duna sembrava di lanciarsi dal settimo piano. Una sensazione indicibile. E una volta ci siamo pure fermati in cima ad una salita perché non riuscivamo a pescare gasolio».
Il Ginaf composto da Bellina-Perico-Minelli ha concluso in 25ª posizione: «Solo per la speciale abbiamo impiegato 11 ore e 38 minuti e in tutto questo tempo non abbiamo toccato cibo. Siamo arrivati al buio, alle ore 23, ma ce l'abbiamo fatta, a differenza di decine di avversari che sono rimasti a dormire nel deserto e hanno cercato di ripartire alle prime luci dell'alba».
Eppure, malgrado la fatica e i dolori Perico non sembra pentito di aver accantonato per una volta le auto per affrontare la Dakar in camion: «Un compleanno come questo non lo dimenticherò mai: non sento più il collo e ho la schiena a pezzi. La Dakar è davvero impossibile da raccontare perché a chi la guarda da fuori sembra che stiamo esagerando. Ma non rimpiango la decisione di partecipare, anzi sono contento di esserci perché alla Dakar ci si fa veramente le ossa».
Nella tappa di venerdì il trio bergamasco occupava il 17° posto al 9° dei 12 intermedi. Tra le moto vittoria del portoghese Ruben Faria (Ktm) con 50'' sul connazionale Rodrigues (Yamaha). Terzo Depres che ha rosicchiato 1'26'' a Coma, sempre 1° nella generale con 8'48'' sul transalpino. Terzo in classifica resta il cileno Lopez su Aprilia, ieri sesto.
Nelle auto la sfortuna si è accanita sul francese Peterhansel (Bmw) che ha bucato 4 volte e avendo a bordo solo 3 ruote di scorta si è dovuto fermare ad aspettare un compagno: al traguardo è giunto 5° a 12'25'' da Carlos Sainz che ha condotto alle prime 4 posizioni altrettante Volkswagen. Lo spagnolo ha ora 2'42'' sul qatariano Al-Attiyah e 14'51'' su Peterhansel.
Giovanni Cortinovis
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