Atalanta, il colpo del Jack
«Che emozione, il gol più bello»

Dal mazzo l'Atalanta pesca il suo Jack più prezioso e come all'andata mata il Toro sul filo di lana. Allora ci pensò una zampata del Tir, stavolta il genio di Giacomo Bonaventura che dal cilindro pesca il gol più bello e difficile.

Dal mazzo l'Atalanta pesca il suo Jack più prezioso e come all'andata mata il Toro sul filo di lana. Allora ci pensò una zampata del Tir, stavolta il genio di Giacomo Bonaventura che dal cilindro pesca il gol più bello e difficile. «Più bello di sicuro - sorride il giovane talento marchigiano - perché finora avevo fatto solo gol in mischia, da rapinatore dell'area».

«Stavolta ho cercato il colpo e mi è riuscito. È stato bravissimo innanzitutto Marilungo a fare quel cambio di campo dalla destra, la palla è arrivata a me e mi sono subito reso conto che avevo quei due-tre metri per calciare. Non ci ho pensato un attimo e ho tirato. Sono stato anche fortunato perché il mio tiro è stato anche toccato da un difensore».

«È la mia gioia più bella. Segnare a tempo scaduto, contro una grande squadra come il Torino e dare una vittoria importantissima alla mia squadra: non potevo chiedere di più».

Eppure, per poter esultare ha dovuto penare un po'. «La palla ha preso il palo interno - racconta - e poi sembrava non volesse entrare mai. Ha camminato lungo tutta la linea della porta e per fortuna alla fine è entrata. Sono felicissimo. L'esultanza? Improvvisata, come sempre. Non le studio mai a tavolino. Faccio quello che mi viene al momento, mi sono subito ritrovato addosso i compagni e non ci ho capito più niente».

Giusto il tempo però per riprendersi e capire di aver firmato un capolavoro che forse potrà rivelarsi una tappa decisiva nella corsa alla promozione. Già, decisiva, una parola che Bonaventura conosce bene. È il quarto gol segnato quest'anno, il quarto decisivo dopo quelli degli 1-0 con Modena e Cittadella e dopo quello che ha dato il là al successo sul Grosseto.

Adesso ha anche il tempo di ripensarci, Bonaventura. «Io sempre decisivo? Già, è vero, sono ancora più felice. Il mio segreto? Nessuno, magari sono anche fortunato. Questa sicuramente è una serata molto bella per me».

Già, perché le gioie non nascono per caso. Come quei fiori che spuntano dal nulla nel deserto o sbocciano su una parete rocciosa e ti chiedi da dove sbucano. Così è Jack, che non giocava da Frosinone e nell'ultimo mese abbondante aveva conosciuto il legno duro della panchina e quello ancor più scomodo della tribuna.

«Io mi sono sempre allenato al massimo, aspettando il mio momento. Nel girone d'andata avevo avuto tanto spazio e giocato molto. Ora sono felice. In fondo se fossi partito dall'inizio, non avrei avuto tutti i minuti nelle gambe. Poi quando sono entrato ho solo cercato di dare il massimo e aiutare la squadra nei minuti che mancavano. È andata bene, ora spero di continuare così e dare ancora il mio contributo da qui alla fine».

Ma negli occhi c'è ancora il gol della vittoria. Jack gongola. «Bello, bellissimo, stupendo fare qualcosa che rende felice tutta la squadra. Stavolta è toccato a me e sono felicissimo. Questo gol mi ha dato l'emozione più grande. Ora andiamo avanti così. Nel girone d'andata non riuscivamo a vincere negli scontri diretti, Torino a parte, ora questa vittoria può essere un segnale importante».

Guido Maconi

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