Carrara: «Altra tappa pericolosa
Non corriamo in mountain bike»

Si è ripreso a battagliare sule strade del Giro d'Italia, dopo la scomparsa del belga e la tappa neutralizzata in suo ricordo. A Orvieto ha vinto l'olandese Pieter Weening della Rabobank, ma nemmeno in questa circostanza sono mancate le polemiche.

Si è ripreso a battagliare sule strade del Giro d'Italia, dopo la scomparsa del belga e la tappa neutralizzata in suo ricordo. A Orvieto ha vinto l'olandese Pieter Weening della Rabobank, ma nemmeno in questa circostanza sono mancate le polemiche.

I corridori hanno dovuto percorrere dei tratti sulle cosiddette «strade bianche», fatte di sassi e pietraia: diverse le cadute anche in questa circostanza, alcune delle quali davvero rischiose, che hanno portato alla mente degli appassionati il dramma di Wouter Weylandt.

«È stata una tappa rischiosa – ha affermato il bergamasco Matteo Carrara – Il nostro mezzo è la bici da corsa, non la mountain bike. Ci sono state ancora tante cadute: abbiamo mangiato tanta polvere e la discesa sullo sterrato era davvero pericolosa. Mi ritengo fortunato per non essere caduto. Ho scollinato con i primi dieci e in discesa ho tirato i freni, dato che non avevo ruote adatte per affrontare una discesa di sassi. Sulla spettacolarità della tappa nulla da dire, ma anche oggi abbiamo rischiato troppo».

I tratti sterrati, la bagarre su un terreno così complicato e lo strappo finale della bellissima Orvieto hanno messo allo scoperto i big della corsa rosa. «Non tutti i migliori erano davanti però – aggiunge Carrara – Non la considero una tappa importante dal punto di vista della classifica. Sono contento della mia prestazione, sono 15° in classifica (l'altro bergamasco Pinotti è 2° a 2”), ma questo non era un arrivo adatto a me, con uno strappo così secco. Ho ancora bisogno di prendere il ritmo ideale, ma sono sulla strada giusta. Sono stato bravo a non correre rischi inutili e a concludere la tappa davanti».

Il Giro che festeggia il centenario dell'unità d'Italia appare ancora una volta originale, senza tappe “noiose”, come dimostra la 6° frazione che, pur non presentando gran premi della montagna degni di questo nome, non dovrà essere presa sottogamba dal gruppo. «Ci aspetta un'altra tappa insidiosa – ha concluso il corridore della Vacansoleil – I km da Orvieto a Fiuggi saranno 216, una tappa lunga, caratterizzata dal gran caldo: di pianura ne faremo davvero pochissima. E' ancora presto per farmi vedere davanti, visto che il Giro è appena all'inizio. Con il passare delle tappe qualcosa di sicuro m'inventerò».

Matteo Carrara non lo dice, ma non vede l'ora di arrivare nella sua Valle Seriana: l'appuntamento sarà sulla salita di Ganda giovedì 26 maggio.

Simone Masper

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