Antonio Percassi: «Non vi deluderemo
Prima la squadra poi gli abbonamenti»

Antonio Percassi nel tardo pomeriggio della domenica è ancora ebbro di felicità. In piazza sabato sera non saranno stati in centomila, ma erano talmente nerazzurri da fargli perdere la testa.

Antonio Percassi nel tardo pomeriggio della domenica è ancora ebbro di felicità. In piazza sabato sera non saranno stati in centomila, ma erano talmente nerazzurri da fargli perdere la testa. «Non avrei potuto neppure immaginare un coinvolgimento del genere di tutta la nostra gente. Sabato ho sentito il cuore di Bergamo pulsare di nerazzurro. E l'ho sentito pulsare con un orgoglio smisurato, bellissimo. Perché la nostra gente è brava gente, non ti lascia mai solo».

Sì, complimenti presidente: è stata una grande festa. Ma quanto erano in piazza?
«Ne potremmo discutere a lungo. Ieri  mattina ho preso un caffè con il questore, mi ha parlato di numeri diversi  dai 40 mila annunciati sabato sera. Mi parlava di 60 mila presenze, e i  calcoli non tengono conto del corollario. Ma intorno al centro c'era gente ovunque. E sulle mura di Città Alta mi hanno detto che c'era pieno di bergamaschi orgogliosi di noi. Beh, se contiamo tutti secondo me non siamo lontani  dalle 80 mila presenze».

Non è questo il punto, sia chiaro, però i centomila...
«Ne riparleremo tra un anno, vedrà. La festa è stata memorabile per il coinvolgimento dei bergamaschi e nel prossimo maggio funzionerà anche il passaparola. Diventeremo sempre di più. Perché io l'ho visto l'orgoglio dei bergamaschi. Lei no?».

Presidente, è lei che ha il polso della situazione.
«Io ho visto una partecipazione straordinaria, ho visto in piazza tantissime famiglie. Sa cosa le dico?».

Dica, dica...
«Le dico che abbiamo in testa cose meravigliose per le famiglie. Perché se i bergamaschi sono così nerazzurri, noi li dobbiamo onorare. Li tireremo fuori dalle case, li porteremo a condividere con orgoglio questa nostra passione. E, ogni volta, il giorno dopo ci dovremo raccontare quanto è stato bello condividerla».

Le è successo alla Camminata?
«Ah, la Camminata... C'erano 15 mila persone, ho visto un entusiasmo e una partecipazione commoventi, ho stretto mani, ricevuto abbracci... Un bambino, ma lo sa che un bambino...».

Un bambino?
«Stavo arrivando in  piazza, c'era una coppia giovane con tre bambini piccoli in scala, tutti con la maglietta. Il più grandicello mi ha riconosciuto, mi è corso incontro urlando "il presidente!", mi è saltato al collo e non mi lasciava più».

Bello...
«Mi sono commosso, ho pensato ai miei nipoti, mi sono ripetuto: non posso deludere questa gente...».

Però la Camminata lei l'ha solo aperta...
«L'ho aperta, poi avevo degli impegni. Ma è stato un altro bagno di folla, ho visto migliaia di persone orgogliose e felici. Sono il nostro grande patrimonio, non le deluderemo».

Neppure in serie A?
«No di sicuro. Faremo le cose per bene».

Qualcuno chiede di aprire subito la nuova campagna abbonamenti.
«No, noi siamo persone serie. Prima daremo segnali per la nuova squadra, poi apriremo la campagna abbonamenti. La gente non è stupida, vuole i fatti».

Quanti giocatori per essere competitivi?
«Diciamo tre o quattro di qualità, che migliorino in modo significativo il nostro gruppo».

Basteranno?
«Beh, diciamo che faremo tutto quel che serve. A me la serie A sembra fortissima, ma per noi sarà decisivo restarci».

Certo: obiettivo salvezza. Ma i tifosi sognano l'Europa.
«Sì... e dall'anno prossimo nelle coppie europee per l'Italia ci sarà un posto in meno... No, guardi, io su questo tema invito i bergamaschi a tenere i piedi per terra».

Salvezza per sempre?

«Non puoi dire salvezza ed Europa. È sbagliato. Bisogna consolidarsi in serie A. Non una retrocessione ogni tre-quattro anni, com'è nella storia recente, ma dieci anni stabilmente in A. Questo è l'obiettivo. Poi tre sette-otto anni cominceranno ad arrivare i frutti del settore giovanile...».

Presidente, ci siamo: l'allenatore?
«Adesso la festa è finita, mi aspettano alcuni giorni intensi di lavoro, ma poi a fine settimana vedrò Colantuono. Ma su una cosa ha ragione il mister: c'è molta serenità. È la cosa più importante. Comunque è inutile parlarne adesso: a fine settimana avremo  le idee più chiare».
Pietro Serina
                                         

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