«Caro Belotti: Oscuri complotti?
Facciamo il nostro mestiere»

Questa è la risposta della redazione sportiva de L'Eco di Bergamo alla lettera di Daniele Belotti, abbonato, pagante, da 36 anni, nonchè assessore regionale.

Caro Belotti,
prima o poi dovrà farsene una ragione: a noi le notizie non vengono date «in pasto» e neppure «trasmesse». Noi le notizie ce le andiamo a cercare, perché è il nostro mestiere. E quando le troviamo, una volta verificate con il dovuto rigore, le pubblichiamo. Il giornalismo a orologeria è una pratica a noi del tutto sconosciuta.
Il resto è uno sgradevole esercizio di oscura (e anche un po' confusa) dietrologia. Arte in cui lei eccelle da tempo, con alterne fortune, ma che ci appassiona pochissimo. In più a rendere come al solito poco sereno il suo giudizio c'è il suo singolarissimo status di politico (Belotti, troppo modesto, dimentica di ricordare nella firma in calce che è anche assessore regionale all'Urbanistica), supertifoso e all'occorrenza avvocato difensore degli ultrà, nonché a tempo perso «correttore di bozze» dei comunicati - anche quelli più discutibili, tipo contro i questori - della curva nord. Ruoli che si sommano e si intrecciano con eccessiva disinvoltura.
E che, come lei stesso ricorda con onestà intellettuale, sono al centro in un'inchiesta in corso. Ogni tanto bisognerebbe dare retta agli amici: il silenzio non è necessariamente opportunistico, qualche volta è d'oro.

P.S. Oltre che poco sereno nei giudizi la vediamo anche un po' distratto: al contrario di quanto lei sostiene, uno dei colleghi che ha scritto l'articolo è tra le prime, abituali firme di cronache atalantine…

La redazione sportiva

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