Richieste in linea con le aspettative
ma per la difesa non mancano spazi

Le sanzioni richieste dal procuratore federale nei confronti dell' Atalanta, di Doni e di Manfredini, per la loro entità, non vanno ritenute morbide anche se in linea con le aspettative della maggior parte degli addetti ai lavori. Ma non siamo che alla primissima battuta di un iter processuale che prevede una serie di riprese con i difensori chiamati ancora ad assolvere i rispettivi mandati.

Ovvio che la sentenza spetta ad un collegio neutrale, ovvero alla commissione disciplinare nazionale. Certo, il popolo atalantino avrebbe sperato in qualcosa di meglio ma, ribadiamo l'esistenza di ulteriori margini per poterne uscire in maniera quanto meno sopportabile.

Da una veloce analisi sembra che la posizione di Manfredini sia quella che lasci maggiori spazi di difesa. A detta anche dell' avvocato Cesare Di Cintio, noto esperto in diritto sportivo, pure per Cristiano Doni potrebbero esserci i margini per una difesa che porti a risultati apprezzabili. Ma è chiaro che, a questo punto, la palla passa ai difensori.

Qualcun altro punta addirittura a scagionare l'attuale situazione dello stesso capitano nonostante le difficoltà processuali. E' certo, comunque, che il capo di incolpazione (questo il termine adottato nella giustizia sportiva) sia della società atalantina sia di entrambi i giocatori non fa sicuramente dormire sonni tranquilli alla tifoseria e non solo.

Parliamoci chiaro una volta per tutte: non conoscendo fino in fondo atti e carte processuali di competenza dei legali, non siamo, per il momento, che portati a doverosamente credere al nostro fantasista e al difensore. Saranno, naturalmente, i giudici a fornirci le verità processuali auspicando che corrispondano a quelle tenacemente sostenute dai giocatori. In tal caso ci sveglieremo da un inquietante incubo.

Arturo Zambaldo

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