Processo del giovedì, Atalanta
nel dibattito dei legali di Triestina e Piacenza

Dopo la giornata interlocutoria in chiave atalantina di giovedì 4 nel processo sulle scommesse, venerdì 5 entreranno in scena i difensori di Doni, Manfredini e del club nerazzurro. Il loro intervento è previsto in mattinata. I due giocatori e il presidente Percassi sono già a Roma.

Calcioscommesse: dopo le richieste del procuratore federale Stefano Palazzi arrivate mercoledì 3 agosto, giovedì 4 la parola è stata data ai difensori (ma non quelli che tutelano l'Atalanta). Club nerazzurro nel mirino dei legali di Piacenza e Triestina. Il difensore di Gervasoni: «Nulla su Atalanta-Piacenza».

Ecco il racconto minuto per minuto della giornata, che si conclusa alle 19, da parte di Katiuscia Manenti, inviata all'Hotel Parco dei Principi di Roma. Ricordiamo che venerdì 5 sarà una giornata molto importante perché parleranno i difensori di Doni (Palazzi ha chiesto per il capitano una condanna a 3 anni e 6 mesi), Manfredini (3 anni) e dell'Atalanta (penalizzazione di 7 punti in serie A).

A Roma sono arrivati, giovedì sera, anche Doni, Manfredini e il presidente Percassi. Sono tutti all'hotel Parco dei Principi, dove alle 9 riaprirà la commissione Disciplinare. Il primo è l'avvocato di Nicola Santoni, Filippo Dinacci. Subito dopo toccherà all'avvocato Salvatore Pino difendere prima Manfredini e poi Doni, di seguito Luigi Chiappero difenderà l'Atalanta. Il dibattimento si chiuderà con il difensore di Marco Paoloni, portiere della Cremonese, uno dei principali coinvolti in quest'inchiesta, che ha chiesto di intervenire per ultimo.

LA GIORNATA DI GIOVEDI' 4 AGOSTO
9.20: si apre la seduta. Interviene l'avvocato dello Spezia, coinvolto per la partita Ravenna-Spezia: «In tutte le intercettazioni la nostra società non compare mai. I dirigenti dello Spezia, quelli che secondo la procura avrebbero combinato la partita, avrebbero scommesso sulla vittoria del Ravenna. Per sorreggere l'accusa dell'illecito bisogna documentarla. Lo Spezia calcio è qui per le telefonate intercettate tra Erodiani e Parlato che dicono “ne arrivano tanti dallo Spezia” e “arrivano 15 mila euro da Spezia”. Leggendo meglio il contesto però si capisce il meccanismo. Gli interlocutori hanno sempre escluso il coinvolgimento dello Spezia. Chi lo ha coinvolto sono le persone che secondo la procura sono considerate credibili, e che per questo hanno beneficiato di un trattamento più leggero, ma non si capisce questa doppia valutazione. Erodiani e Parlato nella seconda parte della telefonata fanno capire che i 15 mila euro sono solo un discorso tra loro».

9.38:intervengono gli avvocati della Triestina, accolta come parte terza. «La responsabilità oggettiva è stata colpita duramente dalla procura federale: massima pena per i singoli, minima per le società. L'Ascoli che non paga i suoi giocatori, nelle intercettazioni, è considerata una delle cause per cui i giocatori si sono venduti le partite. Per Livorno-Ascoli risultano coinvolti Sommese, Micolucci e due giocatori non identificati. E' provato il tentativo di Micolucci di influire sulla partita: in una telefonata dice che ha fatto il possibile, ma il Livorno non entrava in area. Anche altre partite precedenti, AlbinoLeffe-Ascoli e Siena-Ascoli, risultano essere state combinate. Ascoli-Atalanta: Sommese e Micolucci accettano di perdere, ma le cordate sono due. Una dell'Ascoli che perde, mentre l'Atalanta si accontenta del pareggio, proposto da Manfredini a Micolucci. Micolucci infatti ne risulta sorpreso e ne parla ai suoi compagni. Parlato dichiara di essere stato contattato da Santoni che gli dice che per future gare dell'Atalanta c'è la possibilità di mettersi d'accordo per vincere o pareggiare. Parlato dice che i soldi di Santoni arrivano dall'Atalanta. Padova-Atalanta: qui abbiamo una situazione in cui Doni scommette 10 mila euro sul pareggio e tutti sapevano che le società gradivano il pareggio. Qui le due società non sono state nemmeno deferite. Novara-Ascoli: qui c'è l'incontro misterioso di Gervasoni con gli zingari e Micolucci. Atalanta-Piacenza: vengono menzionati più volte Doni e anche giocatori che poi non vengono deferiti. L'Atalanta paga attraverso Santoni. Il Piacenza sostiene di non avere responsabilità oggettiva. Bene, questi sono gli spunti che abbiamo: c'è l'Atalanta che attraverso Santoni fa profferte di favori, Doni che è recidivo per questo genere di contestazioni. Mi domando se queste situazioni che evidenziano altre situazioni pregresse non comportino invece una politica giudiziaria ben diversa: forti con i singoli, comprensivi con le società? Riteniamo forse che sia questa la metodologia da applicare? Il Piacenza si accorge che l'intera squadra non gioca e non fa nulla. A chi dobbiamo far capire che questo non è un modo? Le pene: inutile dire che ieri qui si è respirato un grande sollievo. Noi Triestina non possiamo assentire. La procura ha perso un'occasione. L'aggravante quando si perfeziona: solo se il risultato concordato è stato raggiunto».

E ancora: «Il tentativo del Ravenna è stato punito con 7 punti. Oggi abbiamo visto 7 punti tolti per illeciti raggiunti. Non possiamo condividere questa scelta, non condividiamo nemmeno l'afflittività. Quello che è stato alterato è questo campionato. La Triestina non è nel prossimo campionato, è in questo. Per quanto riguarda la continuazione, la violazione più grave è stata considerata l'associazione. Nell'ambito della stessa incolpazione alla società, la sanzione però non c'è. La sanzione più grave per i giocatori, per le società diventa un mero accessorio, un'ammenda. Resta infine un'incomprensione col Piacenza che viene sanzionato nell'anno passato. Sconta una pena non afflittiva, -4 già in C».

10: ieri Palazzi ha chiesto per Daniele Deoma un anno e nove mesi di squalifica. Gli avvocati presentano richiesta di patteggiamento a un anno e 20 giorni. La commissione si ritira per decidere.

10.20: La commissione accetta il patteggiamento a un anno e 20 giorni. Interviene l'avvocato del Verona: «Secondo le dichiarazioni di Buffone ci sarebbe stato un tentativo di combine su Verona-Ravenna. La società ha un ruolo totalmente marginale, di una sola partita e il tentativo si è fermato a un contatto con Gibellini. Il risultato è oggettivo che non è stato alterato, secondo indagini effettuate dalla stessa SkySport 365. Dato ulteriormente confermato dall'indagine Fds».

10.34
: Interviene l'avvocato del Piacenza. «Il Piacenza non può essere accomunato dalla storia dell'Atalanta e dell'Ascoli. Il Piacenza è chiamato a rispondere per i comportamenti di Gervasoni in Atalanta-Piacenza del 19 marzo e nella gara con l'Ascoli. Noi non abbiamo la certezza che Gervasoni abbia commesso illeciti. Non c'è nessuna prova diretta relativa a dichiarazioni o intercettazioni di Gervasoni che lo coinvolgono direttamente. Gli stessi riscontri ad alcune dichiarazioni di Parlato e Pirani negano quanto è stato dichiarato contro Gervasoni. Mi riferisco a un interrogatorio di Parlato del 12 luglio che su Gervasoni e altri giocatori del Piacenza dice “ho fatto riferimento a Gervasoni che però non ho contattato direttamente”. “Per me i soldi provenivano dall'Atalanta come mi ha detto Santoni”. A noi non interessa essere accomunati all'Atalanta, ci interessa specificare che dagli atti di indagine non emerge che Gervasoni abbia compiuto questi illeciti. Nella partita del 19 marzo Atalanta-Piacenza Gervasoni è in prestito dalla Cremonese dal 19 gennaio. Il rapporto con il Piacenza è durato non più di due mesi. Non c'erano elementi da parte dei tecnici e dei dirigenti per ritenere che ci potesse essere qualche coinvolgimento di Gervasoni o altri giocatori, il Piacenza veniva da una serie molto positiva. Da quella partita invece è cominciato uno scivolamento verso il basso che ci ha portato alla retrocessione. Non appena il Piacenza ha saputo degli illeciti, apprendendolo dalla stampa, non ha schierato Gervasoni in campo nei playout. Su Novara-Ascoli il Piacenza non sapeva nulla e non ci sono dichiarazioni attendibili da parte di Gervasoni, che si è avvalso della facoltà di non rispondere. Noi abbiamo solo subito i comportamenti di Gervasoni. Il Piacenza è stato danneggiato da questi fatti e non ci sono dubbi. Il comportamento del Piacenza è stato lineare e pulito, tanto che il presidente non voleva neppure iscrivere la squadra in Lega Pro. Credo che quella in questione sia una responsabilità non oggettiva, ma per fatto altrui. Un ulteriore sforzo che dobbiamo fare è per graduare la sanzione. Non si può ricorrere all'automatismo tipico della responsabilità oggettiva. E' pacifico che la commissione abbia la facoltà di applicare la sanzione al caso concreto tenendo conto di tutti questi fatti. Credo che l'Ascoli, ad esempio, per la quantità di illeciti, il numero di calciatori, le dichiarazioni di Micolucci e il suo comportamento debba meritare una pena superiore, La pena di 6 punti per l'Ascoli e 4 per il Piacenza non rappresenta gli effettivi gradi di responsabilità. Il Piacenza così perde il mancato ripescaggio. Chiedo che il Piacenza venga assolto e in subordine la diminuzione dei punti persi nel campionato 2010-2011».

10.53: Interviene l'avvocato della Reggiana. «Il deferimento di Saverino si fonda sull'assenza totale di prova rispetto agli addebiti mossi al calciatore. Non ci sono intercettazioni che lo riguardano e l'incontro con Buffone non era legato a un tentativo di combine. Non ci sono prove dirette dei fatti. Anche a prestar fede alla ricostruzione dei fatti, si rileva l'estraneità della Reggiana calcio, che non poteva avere il minimo sentore, tra l'altro di un singolo episodio».

11.03: Interviene l'avvocato del Portogruaro. «Il Portogruaro aveva tesserato da soli 10 giorni il calciatore Furlan. L'11 febbraio c'è una telefonata di Furlan con Parlato. Non si capisce cosa avrebbe dovuto fare la società per prevenire comportamenti non leciti da parte di Furlan. Un atteggiamento repressivo della società interferirebbe con la privacy dei suoi tesserati. Chiedo che la società venga prosciolta e che l'ammenda venga ridotta».

11.10: Interviene l'avvocato Chiusolo, legale di Bellavista. «Non discuto sull'associazione che per me non esiste. Non c'è una cassa comune, non c'è unità d'intenti. Bellavista ai procuratori federali ha risposto per 9 ore, un atteggiamento importante con delle ammissioni sulle scommesse e sulle condotte che vi prego di considerare. Bellavista, che è uno scommettitore, interviene per tutelare la sua situazione di scommesse, ma non fa parte di un'associazione che operava già da tempo. Manca al Bellavista il dolo specifico, il voler entrare a far parte del sodalizio criminoso. Chiedo quindi l'assoluzione per l'associazione. Io non ho capito i criteri che hanno determinato il consenso o non consenso rispetto all'applicazione delle sanzioni. Se due fatti sono puniti con la stessa pena, il giudice può dire se è più grave il fatto A o B a suo giudizio. L'unificazione sotto il profilo della continuazione avviene per l'articolo 7 (illecito sportivo), quindi quello diventa reato base. Sotto questo punto di vista non si può applicare la radiazione».

11.36: Interviene l'avvocato di Leonardo Rossi, allenatore del Ravenna, che chiede la diminuzione della sanzione per il suo assistito, colpevole solo di leggerezze «a livello tecnico».

12.06: La commissione sospende per 15 minuti

12.30: Interviene l'avvocato del Viareggio.

12.49: Interviene l'avvocato Ciardullo, difensore di Quadrini. «C'è una sola telefonata oggetto di interpretazione malevola. Sia il mio assistito che Paoloni hanno confermato, interrogati separatamente, che era una telefonata neutra, del tutto innocente. La richiesta pesante della procura è per una persona che non ha commesso alcun illecito. La procura forse ha sospettato che ci fosse un movimento più grosso dietro quella telefonata. La procura dà una forte valenza agli sms che si scambiano Paoloni e Quadrini. In questi messaggi Quadrini dà a Paoloni del ladro perché aveva 500 euro suoi, che ha giocato sul tennis e adesso dice che non li ha più. Quadrini ha spiegato che Paoloni lo aveva invitato a giocare sul tennis e lui aveva accettato. I 2000 euro di vincita vengono lasciati a Paoloni per farglieli giocare più avanti. Nei messaggi non si parla di calcio ma solo dei 500 euro che Paoloni deve restituire a Quadrini. Nella telefonata tra Paoloni e Quadrini si parla della ristrutturazione delle case in Sardegna che i due possiedono, una vicino all'altra, e della possibilità che Paoloni si liberi per andare a vedere i lavori. Quadrini va prosciolto perché non ha fatto nulla, forse usa termini poco chiari ma è il loro gergo, sono ragazzi. Non si può squalificare un anno un giocatore che ormai è alla fine della carriera, ha 31 anni. Se dobbiamo valutare il comportamento di Quadrini, lui è l'unico che ha fatto una denuncia sulla quale si sono innescate le polemiche dei giornali. Quadrini riceve una telefonata nella quale uno sconosciuto di Pescara gli chiede 36 mila euro per una scommessa. Lo sconosciuto gli dice che è il suo amico Paoloni che l'ha messo nei guai. Allora Quadrini va a denunciare. Chiedo che venga prosciolto e in via subordinata che venga applicata la sanzione di un'ammonizione».

13.10: Interviene l'avvocato Menichini del Sassuolo, che ottiene una rettifica del campo d'incolpazione della società, deferita per responsabilità oggettiva di Quadrini che deve rispondere solo di omessa denuncia.

13.23: Interviene l'avvocato di Bressan. «Bressan è incolpato per un solo episodio e la procura dice che ha un ruolo delicato all'interno dell'associazione. Non è vero che ha avuto contatti frequenti con tutti gli altri. Bressan non fa parte di nessuna associazione. Ci è stata preclusa la possibilità di patteggiare perché non ha ammesso nulla di più di quello che la procura già sapeva. È una sorta di usurpazione nei confronti di Bressan non consentirgli una serie di attenuanti. Bressan sapeva 10 e non poteva inventarsi 11 per garantirsi lo sconto della procura. Chiedo che venga assolto e in subordine l'attenuazione della pena al minimo».

13.35: Interviene l'avvocato Grassani che difende Frosinone e SudTirol. «Sul Frosinone mi attengo alle memorie presentate. Sul SudTirol, Alessandria e Ravenna hanno la responsabilità diretta e quindi più grave. Il SudTirol ha partecipato ai playout affrontando il Ravenna. Riteniamo che le richieste della procura nei confronti del Ravenna siano congrue. Il Ravenna ha defermenti per complessivi 25 anni tra tutti i dirigenti. Riteniamo che la sanzione per essere afflittiva debba essere applicata nel campionato 2010-2011. L'Alessandria risponde dell'operato del legale rappresentante e su questa posizione si interseca quella del Ravenna per la partita Alessandria-Ravenna. Concludo sottolineando il ruolo di parte lesa del SudTirol che ha partecipato a un campionato di Prima divisione in cui ci sono 5 squadre deferite per illecito sportivo».

13.50: La commissione sospende per il pranzo.

15: Riprende la commissione. Interviene l'avvocato del Monza.

15.20: Interviene l'avvocato di Gianni Fabbri, ex presidente del Ravenna.

16: Interviene il presidente del Cus Chieti C5.

16.25: Interviene l'avvocato di Gervasoni (il giocatore è presente in aula):  «Su quali criteri baserete le vostre decisioni? Chiedo che giustizia venga fatta sulla base di principi generali di giustizia. In questo caso in particolare per una serie di aspetti tecnici. Ricordo che in un'importante sentenza la corte di Strasburgo il 14 gennaio 2010 aveva cassato il comportamento di uno Stato che aveva preteso di applicare a un soggetto responsabile di un illecito penale e amministrativo, al quale era stata applicata una sanzione amministrativa, anche la sanzione penale. Se la sanzione è afflittiva, ha stabilito la corte di Strasburgo, nessun cittadino può essere nuovamente sanzionato per lo stesso fatto. Questo non è un procedimento sportivo svincolato dalla realtà che lo circonda, perché gli atti sui quali si va a decidere sono atti non perfetti. Gervasoni è uno dei pochi a non aver avuto il diritto di conoscere gli atti - che tutti gli altri hanno conosciuto - prima di rendere dichiarazioni al procuratore federale».

«Se parto dal principio che la vostra sentenza può essere la fine della vita professionale di una persona, come nel caso di Gervasoni, allora da un lato non mi piacerebbe essere al vostro posto perché avrei la responsabilità di un giudice penale, dall'altro vi chiedo di fare giustizia sulla base dei criteri per i quali si applica una sanzione devastante, cioè i criteri di garanzia. Io vi chiederò di essere rigorosi nella valutazione, non presuntivi. Lo chiedo a voi perché non ho potuto chiederlo alla procura federale. Io rivendico la decisione di aver interrotto l'interrogatorio. Non mi è piaciuto trovarla per iscritto nell'atto di deferimento. La decisione è una decisione della difesa, perché in questo procedimento non c'entriamo niente, la mia decisione appartiene al processo penale. Parliamo dei fatti. L'accusa nei confronti di Gervasoni per l'illecito associativo, che coinciderebbe con un'associazione per delinquere, accusa dalla quale non ho potuto difendermi finora, secondo la procura federale sarebbe ascrivibile a Gervasoni per una sola circostanza, cioè la dichiarazione di Micolucci».

«Sulla combine Atalanta-Piacenza le fonti sono diverse da Micolucci. Non ho sollevato eccezioni sull'utilizzabilità delle intercettazioni perché per me è interessante che la commissione vada liberamente a leggersi le 60 mila intercettazioni. Di queste, non ne troverete neanche una con Gervasoni. Dimostrerò che non può essersi verificato l'incontro di Gervasoni con gli zingari e Micolucci ad Ascoli. Nessuno era in contatto con Gervasoni: né Erodiani, né Parlato, né Pirani. Erano frequentissimi i riferimenti a Gervasoni, dice la procura: come se questo fosse una prova della centralità del ruolo di Gervasoni. Leggendo le intercettazioni, i riferimenti a Gervasoni sono solo tre, relativi ad Atalanta-Piacenza, che sono smentiti dagli stessi dichiaranti e da altre intercettazioni. Non c'è neanche un'intercettazione con la voce di Gervasoni in nessuno dei contesti che sono oggetto degli accertamenti. Neanche in Atalanta-Piacenza. Soltanto con le dichiarazioni di Micolucci la procura dice che emerge nitidamente la posizione di Gervasoni. Allora significa che prima non era nitida».

«Parto dalla situazione di Ascoli, su cui si basa l'accusa di essere referente del comparto atleti. Tra il 1° e il 2 aprile Micolucci dichiara di avere incontrato Gervasoni con due persone, una sfregiata, che gli avrebbero proposto la combine Novara-Ascoli. Gervasoni rifiuta. È credibile che nella notte fra il 1° e il 2 aprile Micolucci abbia incontrato ad Ascoli Gervasoni? La risposta è no, perché c'è la prova che Micolucci non era ad Ascoli quella notte, ma a Novara in ritiro, perché la partita si è giocata il 2 aprile e Micolucci all'1 di notte non poteva essere in piazza Sant'Agostino ad Ascoli visto che il giorno dopo era in campo a Novara per giocare».

«Le ragioni per cui Micolucci poteva benissimo avere già da tempo rapporti con gli zingari sono nei fatti del processo, sono nelle intercettazioni. Pirani davanti al gip il 3 giugno lascia intendere che Micolucci avrebbe cercato di perdere Livorno-Ascoli e AlbinoLeffe-Ascoli del 29 gennaio, partite disputatesi molto tempo prima di Novara-Ascoli. Questo perché era pressato da richieste e minacce da soggetti che ha identificato come gli zingari. Si tratta degli stessi soggetti che Sommese ha riferito a Pirani essere gentaccia. Gli zingari vogliono incontrare almeno due giocatori prima delle combine, riferisce Sommese a Pirani. Qui ci sono 5 partite che interessano, delle quali Novara-Ascoli è l'unica che rimane fuori dal gioco. Gervasoni sarebbe andato da Micolucci a presentargli gente che lui conosceva già da mesi per comprare una partita che è l'unica che non si è comprato. Le precedenti hanno deluso gli zingari che vogliono fare la pelle a Micolucci. Pirani aveva detto che AlbinoLeffe-Ascoli non si era conclusa come volevano gli zingari per colpa di Micolucci, che poteva influire sull'esito della gara, per cui – prosegue Pirani – gli scommettitori avrebbero minacciato Micolucci imponendogli di fare quella col Livorno. Livorno-Ascoli è stata contestata e patteggiata da Micolucci. Poche ore dopo Livorno-Ascoli sul telefono di Erodiani arriva un messaggio che dice «Mo voglio vedere se stavolta a Micolucci non tagliano la testa». Erodiani dice che già da Siena-Ascoli del 3 dicembre 2010 gli zingari si sarebbero presentati da Sommese il venerdì prima per dargli una borsa. Erodiani, deferito per Livorno-Ascoli, dice di aver saputo da un cliente che Micolucci aveva combinato Siena-Ascoli e AlbinoLeffe-Ascoli ma la partita terminò 1-1. Ci sono elementi per credere che Micolucci avesse degli obblighi con gli zingari. Tre partite vanno contro i desiderata degli zingari nonostante le combine, è credibile che gli zingari se la prendano con Micolucci».

«Su Ascoli-Atalanta le dichiarazioni di Micolucci sono state fatte per minimizzare le sue responsabilità, lo scrive Palazzi nella sua relazione. Ma non si può giocare sulla vita delle persone, come quella di Gervasoni, per salvare le proprie responsabilità. Noi vi chiediamo giustizia perché questi sono i dati del processo. Sull'incontro di Ascoli che sarebbe il fondamento della prova che Gervasoni era compartecipe di un'associazione per illecito come referente del comparto atleti, non solo non è una prova ma c'è la prova del contrario».

«Sul tema della funzione di Gervasoni nell'associazione, al di là della dichiarazione di Micolucci, siamo andati a vedere se c'era altro. Non dimentichiamo che Gervasoni fu vittima di un comportamento farneticante di Paoloni. Le uniche telefonate di Gervasoni sono quelle con Paoloni, ma non si fa riferimento ad alcuna combine. Parliamo di Atalanta-Piacenza: siamo a marzo, Paoloni è andato a Benevento, Erodiani a Pescara, Gervasoni a Piacenza, Parlato è a Ravenna. Se guardiamo le 8 mila intercettazioni telefoniche di Paoloni sulle sue due utenze, non ce n'è nessuna con Gervasoni in quei giorni, tra il 15 e il 19 marzo. Erodiani e Parlato parlano di Atalanta-Piacenza perché ci sarebbe disponibilità dei giocatori del Piacenza a combinare la partita e l'informazione arriva da Paoloni che l'avrebbe saputo da Gervasoni. Erodiani e Parlato si parlano il 15 marzo. Dalla telefonata appare nitido che loro non conoscono Gervasoni, perché Erodiani dice a Parlato "ma tu lo conosci Gervasoni?" e lui non lo conosce. Paoloni spende il nome di Gervasoni con Erodiani che non lo ha mai visto».

«Il 15 marzo Paoloni aveva un grosso debito nei confronti di Erodiani. Che l'Atalanta potesse vincere col Piacenza è una scommessa che Paoloni fa quasi banale, visto che c'è un abisso tra le squadre. Gli viene facile far credere a Erodiani che fa la combine, ma Erodiani fa una telefonata in cui si chiede se è vero o non è vero che Paoloni parla con Gervasoni, e si dice che la risposta è no. Gli stessi referenti quindi dubitano che abbia parlato con Gervasoni. Qui c'è di più, perché c'è Paoloni che dice che ha millantato. Paoloni parla con Gervasoni in quelle tre volte due mesi dopo avergli messo il Minias nell'acqua e averlo fatto andare fuori strada».

«In realtà Erodiani finge di crederci e gli importa poco che ci sia o no la combine, perché l'importante per lui è mettersi in tasca i soldi, perché Paoloni gli deve 126 mila euro. Paoloni il 10 giugno al pm di Cremona dice che aveva debiti con Erodiani in seguito alle scommesse, e quindi ha finto di avere condizionato le partite sperando che il risultato arrivasse da solo. Un po' gli è andata male, un po' bene. Erodiani conferma che quel debito derivava da scommesse non riuscite nel periodo ottobre 2010-marzo 2011. Il 16 gennaio c'è Spal-Cremonese 1-1, Parlato dice che Paoloni si sarebbe impegnato a far perdere alla sua squadra ma non ci riesce. Tre giorni dopo Atalanta-Piacenza, il 22 marzo, Benevento-Pisa. Paoloni garantisce la vittoria del Pisa e l'Over 3,5. La partita si chiude 1-0 per il Benevento e Paoloni è il migliore in campo. In teoria il 20 marzo si sarebbe venduto Inter-Lecce, inducendo Bellavista a fargli delle minacce. Ma se tutte queste sono millanterie, perché Atalanta-Piacenza no?».

«Questo è lo scenario dell'accusa di Gervasoni. La posta in gioco è alta. In queste condizioni stando alle carte del processo si è ritenuto che Gervasoni fosse referente del comparto atleti, e sulla base di questa affermazione si è chiesta la fine della sua vita professionale».

17.50: la commissione sospende brevemente.

18.20: interviene l'avvocato di Ciriello.

18.43: interviene l'avvocato di Saverino, calciatore della Reggiana.

19: la commissione si chiude. Si riparte domani alle 9.

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