Il difensore dei due calciatori:
«I ragazzi increduli e amareggiati»

«Sia io che i due giocatori sono amareggiati, non solo per la severità della sanzione ma anche per il modo in cui è stata inflitta». Salvatore Pino, difensore Doni e Manfredini commenta così la decisione della Commissione disciplinare».

«Sia io che i due giocatori sono amareggiati, non solo per la severità della sanzione ma anche per il modo in cui è stata inflitta». Salvatore Pino, difensore di Cristiano Doni e Thomas Manfredini commenta così la decisione della Commissione disciplinare che ha squalificato per 3 anni manfredini e per 3 anni e mezzo Doni dai campi sportivi.

«È una decisione stringatissima che non dà alcuna specifica per le quali i due ragazzi non possono giocare per tre anni e più - commenta Pino -. Per noi questo è il primo passo di un cammino. Ci aspettiamo che si faccia piena luce e con un po' di attenzione su fatti che sono semplici. C'è bisogno solo ed esclusivamente di attenzione nella lettura e nella sua interpretazione. Ora esporremo le medesime ragioni che abbiamo esposto nel primo grado: le nostre argomentazioni difensive non sono state minimamente sottoposte al voglio critico e quindi risultano intatte nella loro forza di convincimento. Se dovessi giudicare invece la qualità della forza di convincimento della decisione della Commissione direi che ha la stessa forza di un pugno sul tavolo».

L'avvocato Pino racconta anche i sentimenti che i due calciatori atalantini stanno provando: «Sono davvero increduli e tantissimo amareggiati - dice -. Sono due ragazzi che in modo diverso hanno dovuto affrontare questa vicenda: Doni è un ragazzo di 38 anni, una persona matura, e io sono convinto che non si arriva ad essere atleti integri a 38 anni se non si è integerrimi dentro. Cristiano Doni, lo ribadisco, è una persona con un'integrità interiore. Thomas è invece una persona di una semplicità disarmante, è una persona candida: non è in grado assolutamente di orchestrare quanto gli è stato attribuito, proprio per la sua incapacità di vedere male il mondo».

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