Atalanta, si esamina il ricorso
«Dove sono le prove inconfutabili?»

E' giorno dell'esame del ricorso alla Corte di Giustizia Federale e l'Atalanta oltre che Manfredini e Doni non hanno perso la speranza di ribaltare il primo verdetto. Il giornalista Arturo Zambaldo fa il punto della situazione e avanza dubbi e interrogativi.

Riproponiamo, tanto per cominciare, uno stralcio del comunicato della società nerazzurra in seguito alle sentenze di primo grado pronunciate il 9 agosto dalla Commissione disciplinare della federcalcio: “L' Atalanta è certa della correttezza del proprio operato e dell' estraneità dei propri interessati a qualsiasi ipotesi di illecito”.

Una replica quella della dirigenza ineccepibilmente robusta avallata, copiosi sondaggi alla mano, dalla maggioranza dell'intero popolo atalantino. Ma decidere su squalifiche e penalizzazioni in genere saranno, come noto, i giudici della Corte di giustizia al termine dei dibattimenti di giovedì 18 e venerdì 19 agosto.

E' solo il caso di ricordare come il verdetto di un paio di settimane fa con le condanne a Cristiano Doni (3 anni e 6 mesi) e a Thomas Manfredini (3 anni) e il -6 inflitto all' Atalanta abbia decisamente choccato, per la ritenuta severità, supporter che stentano, per di più ancora di questi tempi, a porre la parola fine alle scene di incontenibile entusiasmo a promozione in serie A raggiunta.

Un conto però da super tifosi guardare con perpetua fedeltà il bicchiere mezzo pieno, altra cosa spostare la visione verso la razionalità più cristallina. Da qui il sorgere di qualche inevitabile dubbio se non addirittura di incubo. Ribadiamo: siamo nelle mani di uomini chiamati a valutare di nuovo gli atti nonchè a riascoltare i legali della difesa.

Naturalmente occorre rimettersi e credere (noi siamo, da sempre, tra questi) sull'operato della giustizia, ma al tempo stesso siamo altrettanto sicuri che l'esito degli iter processuali ricalchino il fedele copione di fatti, circostanze e vicende realmente susseguitisi? Soltanto al cospetto di prove inconfutabili, circoscrivendo ancora l'argomento all'Atalanta, saremmo disposti ad accettare e a subire a pieno titolo, non senza una consistente dose di amarezza e delusione, gli indici puntati contro. Francamente, stando almeno a ciò che è finora emerso dalla giustizia sportiva, chi si dichiara certo sulla veridicità e attendibilità delle accuse e di quant'altro?

Arturo Zambaldo

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