«Mancanza di intercettazioni»
Atalanta, venerdì la sentenza

Si è concluso il dibattimento davanti alla Corte di giustizia federale che deve decidere su tesserati e società coinvolte nel calcioscommesse. L'avvocato di Doni e Manfredini ha sottolineato per il capitano la mancanza di intercettazioni.

Si è concluso poco dopo le 17 di giovedì 18 agosto il dibattimento davanti alla Corte di giustizia federale che deve decidere su tesserati e società coinvolte nel calcioscommesse. In tutto cinque ore di velocissimo dibattimento per dibattere su 28 appelli, cinque minuti consentiti ad ogni avvocato per riassumere i motivi del ricorso. Tempi ristretti, voluti dal presidente Giancarlo Coraggio, che hanno indispettito quasi tutti i difensori.

L'avvocato di Doni e Manfredini, Salvatore Pino, ha sottolineato per il capitano la mancanza di intercettazioni e il fatto che sia stato tirato in ballo solo da Santoni. Per il difensore ha invece sottolineato la mancanza assoluta di un movente e la sola parola di Micolucci ad accusarlo. L'Atalanta, con il difensore Luigi Chiappero, ha invece premuto sulla responsabilità oggettiva, ritenuta troppo pesante, e sulla responsabilità presunta, nel caso di Atalanta-Piacenza derivante dalle parole di una sola persona. La corte si è subito riunita in camera di consiglio e per domani sono attese le sentenze.

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