Claudio Borghi lancia Moralez:
«Piccolo? No, è proprio grande»

L'uomo che negli anni '80 fece innamorare Berlusconi e l'avvocato Agnelli ma non Arrigo Sacchi, spunta a Zingonia: è il cileno Claudio Borghi che ora allena la Nazionale del suo Paese. «Moralez? Lo conosco bene, non mi sorprende, mi ha creato sempre problemi».

L'uomo che negli anni Ottanta fece innamorare Berlusconi e l'avvocato Agnelli ma non Arrigo Sacchi, spunta a Zingonia insieme al giornalista-amico Matteo Dotto e resta a bocca aperta. «Ma questo centro sportivo è stupendo».

Lui è Claudio Borghi, una ventina di anni e di chili dopo. Ora allena la nazionale del Cile, una volta era l'indio dai piedi fatati e dal sorriso malinconico che aveva poca voglia di correre e tanta di rompere gli schemi. Nell'Argentinos Juniors era considerato l'erede di Maradona, anche se in Italia si fermò a un pugno di presenze nel Como, parcheggiato dal Milan. Ma questa è storia nota. Ritrovarlo passeggiare a Zingonia in compagnia di Spagnolo, Marino e Zamagna è invece una sorpresa.

Borghi, è venuto a consigliare qualche talento cileno?
«Abbiamo appena fatto due amichevoli in Europa, ora sono da qualche giorno in Italia per incontrare i calciatori cileni: Cordova, Pinilla, adesso Carmona, poi toccherà agli altri».

Da Carmona l'Atalanta si aspetta tanto...
«E anche io da lui. Per me è un giocatore importante, io l'ho subito confermato in Nazionale. Ma deve diventare un giocatore ancora più importante di quello che è. Giocare nel campionato italiano per lui è un bene, è ancora giovane e si deve ancora adattare bene al vostro campionato. L'Italia non ha ancora visto il meglio di Carmona».

Per gli argentini sembra più facile adattarsi: ha visto Moralez?
«Ha fatto un debutto super. Ma lo conosco, non mi sorprende».

L'ha affrontato quando ha allenato Independiente, Argentinos, Boca...
«Ha fatto bene al Racing e al Velez. E ogni volta mi creava grossi problemi. Io giocavo a tre dietro, lui si spostava alla nostra destra e ci faceva dei disastri. La sua forza è l'abilità a giocare tra le linee: non è un regista e non è un attaccante, lui in campo è libero».

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