Comark, ko interno inatteso
Recanati brinda a Treviglio

Quando meno te l'aspetti, la Comark è uscita dal PalaFacchetti con le ossa rotte. A costringerla a subire una sconfitta non certo annunciata un Recanati, a sua volta, per nulla trascendentale. Sino alla fine della terza frazione i trevigliesi erano in corsa.

COMARK TREVIGLIO-RECANATI 59-67
COMARK TREVIGLIO: Vitale 18, Zanella 13, Borra 12, Planezio 5, Cazzolato 3, Carnovali, Fabi 8, Molinaro, Tomasini, Giacchetta. All. Vertemati.
RECANATI: Evangelisti 13, Pierini 10, Giraldi 7, Fossati 2, Centanni 8, Chiarello 5, Cecchetti 12, Ceron 10, Pierangeli, Gurini. All. Coen.

Quando meno te l'aspetti, la Comark è uscita dal PalaFacchetti con le ossa rotte. A costringerla a subire una sconfitta non certo annunciata un Recanati, a sua volta, per nulla trascendentale. Pensare che fino al termine della terza frazione i trevigliesi, anche se non in serata ottimale, avevano dato l'impressione di poter centrare il quarto successo stagionale.

Ma se, nei successivi dieci minuti totalizzi, come hanno fatto capitan Zanella e compagni, la miseria di undici punti non puoi pretendere di vincere. Cosa sia successo alla Comark al rientro sul parquet per disputare l'ultimo tempo difficile valutarlo.

Di certo c'è la marcia in più, innestata di colpo dai marchigiani abili nell'agganciare i locali in poche battute per poi staccarli gradualmente anche se in maniera non vistosa. A 120 secondi dalla sirena, con Recanati avanti di sette punti, si è capito che per la formazione orobica era davvero finita.

Quanto alle prestazioni individuali, da assolvere a pieni titoli cecchino Vitale e, in misura minore ma ugualmente sostenuta i lunghi Zanella e Borra. Sotto tono, questa volta, il tiratore scelto Fabi (pochi per uno come lui gli otto punti segnati) e Cazzolato.

In casa Recanati hanno svettato Evangelisti, Centenni e Pierini. Nel prossimo turno, la Comark si trasferirà a Fabriano: classifica alla mano la squadra del presidente Gian Franco Testa dispone delle carte in regola per tornare alla vittoria.

Arturo Zambaldo

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