Il medico che ha operato Cassano:
«Nessun dolore, mi ha ringraziato»

È soddisfatto il professor Mario Carminati. È stato il medico bergamasco ad operare nella mattinata al cuore Antonio Cassano. Il giocatore era tranquillo e sta bene: «Alla fine dell'intervento - ha detto Carminati - mi ha ringraziato, era sereno e mi ha detto che non aveva sentito nulla».

È soddisfatto il professor Mario Carminati, primario di cardiologia pediatrica e delle cardiologie congenite nell'adulto al Policlinico San Donato. È stato il medico bergamasco ad operare nella mattinata al cuore Antonio Cassano. «Riguardo all'operazione a cui è stato sottoposto Cassano Carminati sottolinea: «È più corretto parlare di procedura - spiega - perchè intervento è una parola che fa pensare alla chirurgia. Questa non è una procedura chirurgica, ma di emodinamica interventistica di chiusura del forame ovale». Nello specifico «è stata punta la vena femorale, da lì è stato introdotto un catetere fino all'interno del cuore, per posizionare un 'dispositivo occlusorè, ovvero un ombrellino che chiude la comunicazione anomala che esisteva tra i due atri».

Questa procedura è stata fatta con il costante controllo per via radiologica e con l'ecocardiografia transesofagea. Cassano era sedato, come capita in queste procedure, e tutto è filato liscio: «Prima dell'intervento mi ha chiesto delucidazioni su cosa avrei fatto e al termine - continua il medico bergamasco - mi ha ringraziato: era sereno e mi ha detto che non ha sentito nulla. Era tranquillo e contento».

Il difetto cardiaco di Cassano «è una anomalia che è presente in una percentuale alta nella popolazione - ha spiegato Carminati - ma questo non significa che va chiuso in tutte le persone. L'indicazione per effettuare questa procedura c'è soprattutto in persone giovani senza alcun apparente fattore di rischio in cui avviene una ischemia cerebrale di natura non precisata. Si fanno allora una serie di accertamenti, e molto spesso non si trova nulla se non la pervietà del forame ovale». Da qui, si fa strada «l'ipotesi che questa ischemia sia stata causata da embolia paradossa, cioè che un coagulo di sangue sia passato dall'atrio destro all'atrio sinistro attraverso il forame, che sia poi entrato nella circolazione, e che si teme sia finito un'arteria cerebrale. Come terapia di prevenzione, si posiziona allora questo ombrellino che impedirà il passaggio anomalo di sangue dall'atrio destro a quello sinistro».

Ora ci si chiede come si svolgerà il decorso post-operatorio. Si parla già di dimossioni domenica prossima. «Bisogna semplicemente riprendere la propria vita normale, assumendo una terapia anti-aggregante piastrinica per sei mesi: sostanzialmente, un'aspirina».

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