Tiri liberi sul basket bergamasco
Comark, non c'è da preoccuparsi
Facile e persin banale scagliarsi contro giocatori e allenatore della Comark dopo il pur pesante ko, peraltro non annunciato, subìto a Castelletto Ticino. Non apparteniamo a quella platea visto che questo quarantennale mestiere ci ha da sempre ammonito di non lasciarci mai prendere dall'emotività del momento. Negare l'amarezza e la delusione trasmesseci dalla squadra, nel turno infrasettimanale di giovedì sera, è altrettanto vero.
Signori, si fosse trattato della prima uscita stagionale allora sì che le riflessioni aprirebbero la strada a scenari preoccupanti. Ma non di questi tempi in quanto il parziale bilancio del torneo parla sin qui di 10 vittorie e 6 sconfitte. E per un team, allineatosi ai nastri di partenza con le tradizionali ambizioni non scoppiettanti definire il percorso dei trevigliesi dignitoso è, proprio, il minimo. Tanto più che, riducendo in estate il budget rispetto allo scorso campionato, la società non a caso ha scelto di affidare la nidiata dei suoi promettenti componenti la rosa ad un coach trentenne smanioso di imporsi e far carriera ma privo di un carismatico curriculum vantato da parecchi suoi colleghi della categoria.
Tutto ciò che abbiamo evidenziato, non certo per la prima volta, la maggior parte dei lettori ce lo riconoscono da un bel po'. A questo punto potremmo addentarci in valutazioni specificamente tecniche e tattiche: preferiamo girarle agli espertoni (?) in materia nonchè ai nostalgici di turno nonostante le loro ripetute eculubrazioni non portano, quasi mai, nella pratica a soluzioni degne del termine. Tirando le somme assolviamo, per la stangata di Castelletto Ticino il generoso capitan Zanella e compagni e, naturalmente, Adriano Vertemati, con formula piena. A patto, s'intende, che l'ultima esibizione non lasci strascichi inquietanti di ogni genere. Intorno a questo rischio siamo, comunque, abbastanza tranquilli confidando nelle qualità e nell' esuberanza giovanile dello stesso Vertemati, ancor meglio se supportato dall'esperienza del general manager Euclide Insogna.
Arturo Zambaldo
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