Marilungo: «Il rigore non c'era
Ora cerco maggiore continuità»

Sono passati già più di due giorni, ma in casa Atalanta il rigore subito contro il Milan, che si è poi rivelato decisivo, è ancora un boccone difficile da digerire. Ne ha parlato anche Guido Marilungo, che non ha dubbi riguardo all'episodio ed è apparso amareggiato per la sconfitta.

Sono passati già più di due giorni, ma in casa Atalanta il rigore subito contro il Milan, che si è poi rivelato decisivo, è ancora un boccone difficile da digerire. Ne ha parlato anche Guido Marilungo, che non ha dubbi riguardo all'episodio ed è apparso amareggiato per la sconfitta.

«C'è un po' di rammarico -ha affermato- perché è stata una bella partita interpretata bene. Poi è arrivato quel rigore un po' così, ma può succedere perché anche gli arbitri possono sbagliare. Dal campo sembrava poterci essere, ma le immagini hanno dimostrato che è stato Pato a fare fallo. Abbiamo fatto una buona prestazione, abbiamo cercato di pareggiare, ma ora pensiamo alla Lazio».

L'attaccante marchigiano è stato protagonista in area milanista di un episodio dubbio, sul quale però il discusso Rizzoli ha lasciato correre.
«Bonera mi ha spinto, forse la palla non la prendevo perché era un po' lunga. Forse l'arbitro ha visto che non l'avrei presa comunque e ha deciso di non fischiare, ma il contatto c'è stato».

«Siamo sempre quelli di prima, stavamo bene e prima e lo stiamo anche adesso. Siamo calati nel finale, ma contro il Milan devi correre tanto e un calo può starci. Nonostante la classifica non ci sentiamo tranquilli, visto tutto quello che abbiamo passato: cerchiamo di conquistare la salvezza il prima possibile».

E ora sotto con la Lazio, in campo all'Olimpico domenica 15 alle 12.30, con la speranza che non vadano di traverso agli atalantini altri bocconi. «Mi aspetto una Lazio vogliosa di rifarsi dalla sconfitta di Siena: vorranno vincere, ma anche noi andremo a Roma per giocarcela. Sono pericolosi, dovremo teneri i ritmi alti e fare meno errori possibili».

«Dei biancocelesti ammiro Diakhite, lo conosco dalle giovanili della Sampdoria. Lui è più grande di me, ma eravamo in collegio insieme: ci rimase molto male quando la Samp lo scartò, ma è stato bravo a riprendersi e ad arrivare in Serie A e sono contento per lui».

Le ultime parole di Marilungo sono per il suo presente e per la continuità che si augura di trovare da qua alla fine del campionato. «Ho fatto una discreta partita, ma posso fare meglio. Contro il Cesena ero sfinito, mentre con il Milan un colpo al ginocchio mi ha messo ko: peccato perché qualcosa nelle gambe avevo ancora. Ho avuto queste occasioni e spero di continuare a fare bene. E' ovvio che non puoi essere decisivo in tutte le partite, l'importante è non venire messo di nuovo da parte quando si sbaglia una partita».

Simone Masper

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