Comark, i playoffs passano da Trieste
Borra e Marino chiamati a dettar legge

L'operazione-playoff impone alla Comark un blitz a Trieste. Impresa obiettivamente non facile, visto che la squadra locale vanta un bilancio più consistente dei trevigliesi. Trieste, infatti, di partite ne ha vinte 16; la Comark 14, nei 24 turni disputati.

Sempre in tema di cifre, le contendenti di domenica 19 (si comincia alle 18) si possono dare la mano in fase realizzattiva tenendo una media sui 70 punti (un po' pochi, ad onor del vero) di media, a partita. Aggiungi il fattore campo dalla parte di Trieste, ragion per cui sbancare quel palasport richiederà una prestazione davvero super. Guai, però, non tentare di pescare il classico jolly, come del resto ha auspicato il presidente Gian Franco Testa a Radio Alta nel corso della puntata settimanale di «Atalanta e non solo».

«Nessun timore reverenziale – ha precisato ai microfoni dell'emittente radiofonica – nei confronti di Trieste nonostante le si riconosca un assetto di squadra di notevole stazza. Il suo primato in graduatoria, a braccetto con Trento, è lì da vedere ma anche noi non siamo messi male e ciò che maggiormente conta è che tutti siamo consapevoli di poter ambire a risultati di ulteriore spessore».

Un messaggio, quello dell'appassionato timoniere del sodalizio orobico, da leggere in chiave non affatto dimessa. Il ritorno a casa con la preziosa posta in palio dipenderà, in primo luogo, dal rendimento del regista Marino e di watusso Borra. Poi, da auspicare, i contemporanei apporti dei «mangiacanestri» Fabi (purtroppo non al top della condizione) e Cazzolato e del tutto fare Planezio, in continua ascesa.

Trieste, diretto dalla panchina dal veterano della categoria, Eugenio Dalmasson, ha nell'ex cecchino e mai rimpianto abbastanza Moruzzi la pedina da temere in maniera particolare. Nell' ultimo turno, Trieste ha prevalso agevolmente, sempre tra le mura amiche, sul modesto Siena per 65-54. Vincente, comunque, pure la Comark al PalaFacchetti nel match di domenica scorsa contro un ostico Firenze (83-76 il finale).

Arturo Zambaldo

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