Atalanta non favorita?
Non è detta l'ultima parola

Apparteniamo a quegli atalantini votati al bicchiere mezzo pieno sull'esito della gara con l'Inter. Esiste più di un motivo per stare coi nerazzurri targati Bg respingendo il luogo comune: «tanto non c'è niente da perdere».

Apparteniamo a quegli atalantini votati al bicchiere mezzo pieno sull'esito della gara al «Meazza» con l'Inter. Esiste più di un motivo per stare dalla parte dei nerazzurri targati Bg respingendo il classico luogo comune «tanto non c'è niente da perdere». Non è certo l'interminabile periodo no dell'undici di Claudio Ranieri a indurci a essere fiduciosi su un possibile blitz nel capoluogo lombardo.

Cominciamo dalla classifica che, dimenticando per un istante la dannata penalizzazione, ci posizione alla miseria di un punto di ritardo dagli stessi milanesi. Al di là dei numeri a renderci ragionevolmente ottimisti è, innanzittutto, la compattezza e le motivazioni di un collettivo che, salvo eccezioni, ci ha sin qui regalato un percorso da Europa o giù di lì. Come dubitare, ad esempio, in un inadeguato approcio psicologico alla gara proprio sul palcoscenico della Scala del calcio? Per capitan Bellini e compagni è questa, del resto, l'occasione per dare il meglio di sé vista l'annunciata platea di variegati addetti ai lavori che vanno per la maggiore richiamati dal mistero (ma forse non troppo) Inter.

In situazioni del genere sovente si sostiene che gli avversari sulla carta meno competitivi raddoppino determinazione e vigorie atletiche. Dite poco dal momento che tra i mali che affligono il club di Massimo Moratti figura, in primo piano, il palpabile passo esasperatamente lento del suo multietnico organico? Nemmeno l'evidente emergenza formazione ci induce a indietreggiare sulle possibilità di far risultato. Altre volte, infatti, Stefano Colantuono si è trovato a inventare l'undici da schierare sul tappeto verde senza che poi ci si sia granchè accorti di coloro relegati giocoforza in tribuna. Insomma, i bergamaschi oggi al seguito della squadra (sono davvero parecchi) sanno che non raggiungono Milano battuti in partenza perché dispongono di un gruppo di giocatori e di un allenatore non disposti a deluderli.

Arturo Zambaldo

© RIPRODUZIONE RISERVATA