«La banda non si era sciolta
Masiello poteva ancora agire»

La «banda Masiello» era ancora pronta a suonare la sua sinfonia migliore: prendere partite di fine stagione, quelle tra squadre già appagate, e provare a taroccarle. Distribuire informazioni riservate ad amici e amici degli amici, e poi passare all'incasso.

La «banda Masiello» era ancora pronta a suonare la sua sinfonia migliore: prendere partite di fine stagione, quelle tra squadre già appagate, e provare a taroccarle. Distribuire informazioni riservate ad amici e amici degli amici, e poi passare all'incasso. Mentre Masiello a Zingonia era fuori rosa, insomma, per i magistrati di fatto altro non era che una sorta di «cellula dormiente». Pronto, all'occasione, a rimettersi all'opera.

Lo scrivono i magistrati di Bari nelle motivazioni dell'arresto. Non c'è «solo» il rischio d'inquinamento delle prove: c'è anche il pericolo di reiterazione del reato. «L'associazione per delinquere monitorata - scrivono - ha peraltro dimostrato ampiamente di essere in grado di operare in maniera indisturbata sull'intero territorio nazionale per falsare l'esito di incontri di serie A e, quindi, l'esito dello stesso campionato di calcio».

Aggiungono poi: «Il Masiello rimane, peraltro, calciatore professionista in attività (anche se all'Atalanta di fatto era fuori rosa, ndr) sempre in grado di attivare il protocollo illecito monitorato, contattare colleghi calciatori per addomesticare, con la lusinga del denaro, l'esito degli incontri di calcio, ricevere e veicolare informazioni "privilegiate" inerenti le singole partite». 

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