Igor Protti: con Morosini calcio più unito

«Tutti quanti abbiamo difficoltà a metabolizzare la morte di Mario, il calcio in questi giorni ha dimostrato quell'unità che negli ultimi tempi non c'è mai stata». Igor Protti, storico ex capitano del Livorno, parla di Piermario Morosini.

«Tutti quanti abbiamo difficoltà a metabolizzare la morte di Mario, il calcio in questi giorni ha dimostrato quell'unità che negli ultimi tempi non c'è mai stata». Igor Protti, storico ex capitano del Livorno, parla di Piermario Morosini il centrocampista amaranto deceduto sabato scorso in seguito al malore accusato durante la gara di Pescara. «Non l'ho mai conosciuto, era qui a Livorno da tre mesi, ma in questi giorni ho imparato a conoscerlo dalle dichiarazioni dei suoi amici e dei compagni di squadra e ne viene fuori una grandissima persona - ha spiegato Protti a Sky Sport 24 -. Ho sentito un dirigente del Pescara, che si è definito molto credente, dire che Mario è stato chiamato in cielo dalla sua famiglia, io non sono altrettanto credente, ma ho fatto la stessa considerazione e mi auguro che sia così».

Il carro funebre con il feretro di Morosini ha lasciato Pescara per raggiungere il Picchi di Livorno, dove intanto continuano ad arrivare tifosi di tutta Italia. «Mi considero un tifoso amaranto e credo di rappresentare l'idea di tutta la città, tutta Italia e tutto il mondo sono stati vicini a Mario, ma io citerei due tifoserie in particolare: quella del Pescara che ha avuto subito un atteggiamento straordinario rispetto a quello che stava succedendo e poi la tifoseria del Pisa, da sempre la nostra avversaria a livello di campanile. Ci sono stati molto vicini e speriamo che un domani si possa fare questa partita in onore di Mario».  Poi Protti rivela: «Ho chiesto al sindaco se fosse possibile intitolare un settore dello stadio a Morosini, si è dimostrato assolutamente d'accordo e adesso vedremo come procedere». Si parla tanto di controlli, ma Protti preferisce rimandare il discorso. «Credo che ci sia tempo per parlarne fra qualche giorno, ma oggi a Livorno e giovedì a Bergamo è giusto pensare solamente a Mario e alla sua famiglia, mi pare di capire che gli siano rimasti solo la zia, la sorella e la fidanzata, vorrei che oggi sentissero i livornesi come parte della loro famiglia, che si sentissero sempre a casa loro qui a Livorno. Poi - ha concluso Protti - tutto il resto andrà affrontato con i tempi giusti».

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