Lo «zingaro» sloveno Lalic:
soffiate da Carobbio e Gervasoni

Lo sloveno Dino Lalic, durante il suo interrogatorio davanti al gip di Cremona Guido Salvini ha ammesso di aver «comperato notizie» sulle partite da truccare dai giocatori Filippo Carobbio e Carlo Gervasoni, coinvolti nel calcioscommesse.

Lo sloveno Dino Lalic, durante il suo interrogatorio davanti al gip di Cremona Guido Salvini, lunedì 23 aprile, ha ammesso di aver «comperato notizie» sulle partite da truccare dai giocatori Filippo Carobbio e Carlo Gervasoni, coinvolti nel calcioscommesse.

Lo sloveno ha ammesso di averlo fatto in occasione di sei partite, quelle che gli sono contestate nell'ordinanza di custodia cautelare che l'ha portato in carcere. I suoi avvocati, Marcello Cecchini e Kresmir Krsnic, hanno spiegato che era lo zingaro Amir Gegic a «fare da intermediario con i giocatori italiani». Gegic è ritenuto il capo degli zingari. L'interrogatorio di Lalic è durato circa un paio d'ore.

Le partite sono Brescia-Mantova, Grosseto-Reggina (sulla quale gli «zingari» scommisero ma persero), Empoli-Grosseto e Grosseto-Mantova (sulle quali non effettuarono scommesse), Cittadella-Mantova e Ancona-Grosseto (su cui scommisero e vinsero), tutte del 2010.

Su Carobbio e Gervasoni, Lalic, a detta dei suoi legali, Marcello Ceccherini e Kresmr Krsnic, è stato «chiarissimo»: «Da loro comperavano notizie sulle partite per scommettere in Serbia, Croazia, Austria e Ungheria». Per gli «zingari», quindi, si profila la scarcerazione con il divieto di soggiorno nelle regioni italiane in cui hanno combinato i guai: Lombardia, Toscana, Veneto e Marche.

Il gip Salvini riconosce loro, infatti, di aver «arricchito il quadro probatorio» che, in questi mesi, si è comunque sviluppato in varie direzioni: dal nuovo interrogatorio di Gervasoni del 12 marzo (quello in cui ha chiamato in causa il presidente del Siena Mezzaroma) a quello della settimana scorsa di Carobbio che ha invece raccontato di come avrebbe informato l'allora allenatore del Siena, Antonio Conte, di una partita combinata. Dati questi che, uniti a una rogatoria giunta dall'Ungheria in cui si parla del presunto taroccamento di Lecce-Lazio, porterebbe a una rilettura delle prime due fasi dell'inchiesta.

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