La morte di Piermario Morosini
Indagati due medici del soccorso

I provvedimenti sarebbero destinati a due dei quattro medici che si erano avvicendati nei disperati tentativi di rianimazione, mentre il centrocampista bergamasco era riverso a terra.

Giovedì, nel giorno in cui Piermario Morosini avrebbe compiuto 26 anni, a Bergamo s'è diffusa la notizia, anticipata dal quotidiano abruzzese «Il Centro», che sarebbero due gli avvisi di garanzia pronti a partire per la morte del giocatore del Livorno, stroncato da un arresto cardiaco il 14 aprile allo stadio Adriatico di Pescara.

I provvedimenti sarebbero destinati a due dei quattro medici che si erano avvicendati nei disperati tentativi di rianimazione, mentre il centrocampista bergamasco era riverso a terra. È in questa direzione che sembra aver deciso di puntare il pm di Pescara Valentina D'Agostino che sulla vicenda ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo, rimasta finora a carico di ignoti.

L'attenzione degli investigatori si è concentrata sull'operato dei quattro medici, tra cui quelli del Pescara e del Livorno, che si erano avvicendati nel disperato tentativo di rianimare il ragazzo del quartiere Monterosso. Il medico sociale del Livorno, all'indomani della tragedia era stato ascoltato per ore dagli inquirenti, chiamato a confermare sia il quadro clinico del centrocampista prima del malore che gli attimi successivi all'arresto cardiaco. «È stato l'unico ad essere stato ascoltato in presenza del pubblico ministero», spiegano da Pescara.

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