Calcioscommesse, Conte patteggia
Il 1° agosto al via il maxi-processo

Manca poco al processo sportivo, che andrà in scena da mercoledì 1 agosto, e già iniziano a delinearsi i prossimi scenari. Tra le prime novità quelle riguardo Conti che patteggerebbe con uno stop di tre mesi e una maxi-multa.

Manca poco al processo sportivo, che andrà in scena da mercoledì 1 agosto all'ex ostello della Gioventù del Foro Italico, e già iniziano a delinearsi i prossimi scenari. Almeno per quanto riguarda il personaggio più importante tra i 45 tesserati che finiranno alla sbarra nel doppio procedimento basato sugli atti delle Procure di Cremona e quella di Bari (in programma il 3-4 agosto): Antonio Conte. 

Lunedì i legali dell'allenatore bianconero avrebbero raggiunto con i federali un accordo di massima sulla richiesta di patteggiamento che il Procuratore federale Stefano Palazzi dovrebbe presentare alla Commissione Disciplinare mercoledì mattina. E se l'organo presieduto da Sergio Artico dovesse accordarla, i tifosi bianconeri potrebbero tirare un sospiro di sollievo. L'allenatore, deferito per omessa denuncia nelle presunte combine di Novara-Siena e AlbinoLeffe-Siena, disputate nella stagione con cui guidò i senesi alla conquista della Serie A, dovrebbe rimediare infatti soltanto una squalifica di tre mesi e una forte ammenda. La cifra non è stata ancora quantificata, ma dovrebbe essere abbondantemente superiore ai 100mila euro.

I legali del tecnico salentino, De Renzis e Chiappero, avrebbero quindi convinto l'allenatore bianconero, che si è sempre professato innocente dinanzi alle accuse del pentito ed ex tesserato del Siena Filippo Carobbio, ad evitare il dibattimento per la «causa Juve». Lo spauracchio illecito sportivo sembra essere solo un ricordo e la linea Juve, dopo averlo fatto al momento dei deferimenti, sembra aver vinto anche per quanto riguarda il patteggiamento.

Se tutto andrà come previsto, Conte potrà tornare sulla panchina bianconera già dal 1/o novembre. Ma tra le 13 società (12, escludendo l'Ancona fallito) saranno in parecchi a correre e ricorrere al patteggiamento. Potrebbero seguire la strada del suo allenatore anche il centrocampista Simone Pepe, deferito per un'omessa denuncia in Udinese-Bari, e Leonardo Bonucci. Per il difensore della Nazionale la situazione è più complicata perchè è uno dei 33 tesserati accusati di illecito sportivo: rischia almeno tre anni e, nel suo caso, una riduzione della pena è possibile soltanto nel caso di una confessione che fornisca ulteriori elementi sulla stagione in cui vestì la maglia del Bari. Tra i deferiti per illecito chi non ricorrerà al patteggiamento è Daniele Portanova del Bologna. «Non ho mai venduto una partita, non ho mai scommesso e sono innocente. Non patteggerò perchè anche un solo giorno di squalifica sarebbe ingiusto. Quello che mi fa male è che mia moglie è stata offesa e i miei figli hanno pianto perchè a scuola dicevano loro che ero un venduto», si è sfogato il difensore.

Per avere un quadro più chiaro su chi affronterà il procedimento e chi no basterà attendere ancora qualche ora. Ma il processo che porterà alla sbarra cinque club di Serie A (Bologna, Sampdoria, Siena, Torino, Udinese) e rischia di mandare in Lega Pro Lecce e Grosseto, non sarà sicuramente l'ultimo. A settembre si valuteranno anche le posizioni di Lazio e Genoa. Il numero di partite coinvolte in questo scandalo, però, sembra non volersi arrestare: lo confermerebbe una memoria inviata in Procura dal pentito Vittorio Micolucci che già è stato una figura importante nel processo di maggio e in quello dello scorso anno. Micolucci avrebbe fornito elementi per nuove partite che riguarderebbero ancora il Bari (già a processo venerdì per sei illeciti). La sua versione troverebbe conferme anche negli omissis del verbale dell'ex capitano del Bari Andrea Masiello. Intere parti che gli 007 federali non hanno voluto rendere pubbliche e che, si teme, possano colpire un mondo del calcio già in equilibrio precario.

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