Cagliari, la minaccia dei giocatori
non può essere presa sul serio

La minaccia dei giocatori del Cagliari di scioperare domenica ci fa semplicemente sorridere (siamo generosi nel termine). Se alla minaccia seguisse una irrevocabile presa di posizione in tal senso sarebbe addirittura grottesco. Riconoscendo agli stessi calciatori sardi logica e razionalità, quanto uomini, non c'è allora da concedere il benché minimo credito al messaggio lanciato ai media. Si tratta della classica sparata da risparmiarsi sul nascere. Tranne che i rossoblù manifestino, per modo di dire, propositi suicidi.

Il regolamento, del resto, parla estremamente chiaro: l'assegnazione automatica della sconfitta a “tavolino” per 0-3 alla squadra che non dovesse presentarsi in campo. E gettare la spugna in anticipo, specie per un team come quello di patron Cellino, partito col piede sbagliato in campionato (0-2 con il Chievo) non sarebbe proprio il massimo.

Fossimo i tifosi di quel club saremmo noi a inscenare una ferma contestazione nei confronti della squadra. Ci sorge un forte o se preferite un concreto dubbio: non è che i giocatori stiano portando avanti una strategia tesa nell'estremo tentativo di evitare il disagevole trasferimento a Trieste? Sul fronte atalantino, parliamoci chiaro, siamo tentati ad auspicare un eventuale incrocio delle braccia, o meglio delle gambe, da parte della formazione allenata da Ficcadenti. Con la partenza falsa casalinga di domenica con la Lazio e con il paio di punti di penalizzazione da cancellare, il più in fretta possibile, in classifica quale miglior regalo ci farebbero i prossimi avversari?

Ma non illudiamoci: in un modo o nell'altro capitan Bellini e compagni il risutato positivo dovranno sudarselo, e come.

Arturo Zambaldo

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