Il «Tir»: felice alla Pro Vercelli
Mi aveva cercato anche l'Udinese

È stato ufficialmente presentato giovedì 30 agosto dalla Pro Vercelli Simone Tiribocchi. L'ex bomber dell'Atalanta ha firmato un contratto biennale. «Sono felice di questa scelta - ha commentato -. La Pro mi ha cercato da tempo e io ho voluto fortemente la Pro Vercelli».

È stato ufficialmente presentato giovedì 30 agosto dalla Pro Vercelli Simone Tiribocchi. L'ex bomber dell'Atalanta ha firmato un contratto biennale. «Sono felice di questa scelta - ha commentato -. La Pro mi ha cercato da tempo e io ho voluto fortemente la Pro Vercelli. È chiaro che sono stato lusingato dell'interessamento dell'Udinese, ma la mia prima scelta è sempra stata quella della Pro».

Tiribocchi ha subito raggiunto i compagni anche se, per un problema fisico, inizierà ad allenarsi da martedì. Il «Tir» ha dunque salutato Bergamo. Approdato in nerazzurro nel 2009, con la maglia dell'Atalanta il 34enne attaccante ha disputato 83 partite segnando 27 gol.

L'ultimo rombo del Tir ha il suono morbido di una carezza a Bergamo e all'Atalanta. Ieri firma e primo assaggio di Pro Vercelli. Ma dentro il nerazzurro non si cancella.

Tiribocchi, dopo tre anni lascia l'Atalanta. Sensazioni?
«Tre anni indimenticabili, come da nessun'altra parte. Certe cose le senti a pelle. È stata una scelta dura, sofferta, ma dovevo farla per forza. Giocare a calcio è bello, ma bisogna viverlo. Ho trovato la Pro Vercelli che più di tutti mi ha voluto e andrò a giocare».

Ha prevalso la voglia di essere ancora protagonista?
«Ha prevalso l'attaccante che è in me, l'istinto di andare a rimettersi in gioco. Io sono uno che non si accontenta, voglio il meglio e se in questo momento il meglio è la Pro Vercelli, ben venga. Io mi sento bene, pronto, ci dovevo provare. Ma non dimenticherò mai quello che mi ha dato Bergamo e l'Atalanta».

Siamo ai saluti?
«Ai ringraziamenti. Ringrazio tutti, dall'ultimo al primo, cioè al presidente Percassi. Ma ringrazio tutta la gente di Bergamo. Ho vissuto Bergamo come se fosse veramente casa mia».

A proposito, ma la casa che ha comprato a due passi dal centro?
«Quella la tengo. Anzi, vi dirò di più: stiamo pensando di fare avanti e indietro per continuare a goderci la città. Vercelli in fondo è a un'ora di macchina».

Cosa le mancherà di più?
«I tanti amici che avevo a Bergamo. Loro sanno chi sono, non c'è bisogno di nominarli. Mi mancheranno i compagni di squadra che erano prima di tutto amici e nel calcio è sempre difficile trovare degli amici».

Marilungo, Peluso... e chi altri?
«Anche Raimondi, con cui avevo un rapporto eccezionale. Poi con Guido e Federico è nata veramente una bella amicizia. So quello che hanno fatto per me, quello che ho fatto io per loro, ma è stato tutto naturale. Gli voglio bene e per loro ci sarò sempre».

Lei verrà ricordato anche per essere stato un uomo spogliatoio importante, oltre che per i suoi gol. Ma di questi, 27 in campionato e uno in coppa Italia, qual è il gol da mettere in copertina nel giorno dei saluti?
«Il più bello è stato alla Fiorentina, ma per importanza direi la doppietta al Portogruaro nel giorno della promozione in serie A. Il gol però che più mi rappresenta, che più sento mio è quello all'ultimo minuto con il Torino, entrando dalla panchina, sotto la curva: un gol alla Tiribocchi».

G. M.

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