Martina: «Chiederei a Bergamo
più attenzione a sport e disabili»

Con i 75 mila euro vinti insieme all'oro di Londra pagherà cene su cene agli amici, una vacanza, «e un tetto a Milano», dove studia spagnolo e cinese al corso universitario di mediazione linguistica. Ha quasi perso la voce, ma il sorriso no: il sorriso, a Martina Caironi, adesso non glielo toglie nessuno.

E pur con la raucedine (nel nostro video), esprime chiaro e netto il suo pensiero. Londra non è l'arrivo di un percorso, ma la partenza. E se le si chiede quale regalo vorrebbe dalla sua città dopo questa medaglia paralimpica, non chiede niente per sé, ma tanto per gli altri.

«Cosa vorrei in regalo da Bergamo? Vorrei più attenzione al movimento sportivo dei disabili, soprattutto informazioni per chi vuole cominciare queste attività. A volte basta un cartello e cambia una situazione. E poi servirebbero anche aiuti concreti a chi non si può permettere l'acquisto dei materiali, altrimenti è vero: il nostro rischia di essere uno sport per ricchi».

È questo il riassunto del forum sulla vittoria di Londra, sullo sport e sull'atletica bergamasca che si è tenuto martedì pomeriggio nella redazione de L'Eco di Bergamo. Al centro, ovviamente lei: Martina Caironi. Il volto più riposato, gli occhi vispi, il telefonino che scoppia di messaggi.

«Perché è del paleolitico - dice - e se non cancello gli sms non riesce a ricevere tutti quelli che mi stanno arrivando. Sono tantissimi, anche su Facebook. Piano piano, risponderò a tutti».

È lontano il giorno in cui Alessandro Kuris, il primo tecnico che l'ha vista da vicino come atleta paralimpica, ha chiamato il Coni lanciando la sfida: «Scommettiamo su di lei, merita di correre». È così che le protesi sono arrivate a Martina senza dover «investire» i 3, 4 mila euro necessari. «E Kuris ha visto bene», sorride adesso l'allenatore Mario Poletti.

Martina ringrazia chi l'ha sostenuta: guarda il video allegato

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