La prima volta del dottor Briola
Campione italiano a 81 anni

«La mia vittoria è un messaggio positivo per i miei coetanei. È la dimostrazione che una normale attività fisica e una grande forza di volontà possono produrre ottimi risultati».

«La mia vittoria è un messaggio positivo per i miei coetanei. È la dimostrazione che una normale attività fisica e una grande forza di volontà possono produrre ottimi risultati».

Parole a metà tra quelle di un medico e quelle di un tennista, per Giuseppe Briola, 81 anni di Predore. Tra il medico che è stato fino a dieci anni fa («ma anche adesso lavoro in commissioni medico-legali», sottolinea) e il giocatore che è diventato a 35 anni, quando di solito quelli forti cominciano a rallentare. Lui, invece, a rallentare non ci pensa nemmeno, e negli ultimi Campionati italiani veterani di Cervia si è permesso il lusso di conquistare il titolo riservato agli Over 80, battendo in finale l'amico Edo Lelli per 6-1 6-1.
«Ho iniziato male il torneo - spiega - rischiando di perdere la prima partita del girone, ma lottare all'esordio mi ha fatto bene, mi ha consentito di prendere fiducia». Questo titolo tricolore, il primo della sua vita, è uno spot straordinario per una disciplina che si conferma molto democratica: le vittorie, evidentemente, non sono riservate solo a chi ha conosciuto il tennis da bambino. «Non ho mai avuto un maestro - continua Briola - e il mio allenatore più fedele è stato il muro».

Ebbene sì, il muro. Quello strumento ormai quasi dimenticato che accompagnava verso i campi i ragazzi di qualche generazione fa. «Non sbaglia mai e ti dà la possibilità di confrontarti solo con te stesso. Per questo me ne sono fatto uno a casa mia, dove posso esercitarmi quando voglio, anche solo per dieci minuti».

I suoi campi, invece, sono quelli di Sarnico, sponda Tennis Club con Gianluca Pantano o sponda Comunale con Oscar Sacella. «Giuseppe è un esempio - dice il maestro Sacella -, uno da ammirare perché è un vero studioso del tennis, che non ha mai smesso di fare progressi».
Sport che può essere scuola di vita, come si capisce bene dalle sue parole. «Il tennis - continua Briola - andrebbe praticato da ogni appassionato fino a tarda età perché aiuta a tenere la mente in movimento: sei sempre di fronte a un colpo diverso da fare, a qualcosa di diverso a cui pensare. E quando ti viene il cosiddetto braccino, è proprio lì che capisci quanto vali come persona. Spesso mi dicono di andare a correre o di andare in bici. E io rispondo che come il tennis non ce n'è».

Il dottor Giuseppe Briola da Predore ha cominciato a giocare a 35 anni e ha vinto il suo primo titolo importante a 60 primavere. «Eravamo a Ravenna - ricorda - e vinsi il tricolore dei medici tennisti proprio il giorno del mio compleanno. Una bella soddisfazione, non c'è dubbio». Poi sono arrivati altri allori nella categoria dei medici, mentre quello di Cervia è il primo scudetto agli Assoluti. Ora, Briola è rimasto in Romagna per i Mondiali dei medici, dove ha passato il primo turno «Per ritiro - sottolinea con correttezza - e ho rinviato il secondo perché il mio avversario mi ha detto che aveva bisogno di riposare. Cosa volete che gli dica? Riposa, giocheremo quando sarai pronto».

Un appassionato a tutto tondo, il bergamasco, che appena può segue anche il tennis dei pro. «Mi piace molto Murray - chiude - perché gioca un po' come me. Solo che io vado più spesso a rete».

Cristian Sonzogni

© RIPRODUZIONE RISERVATA