La Foppa c'è: ha già vinto
Coach Lavarini: «Lotteremo»

Fino alla scorsa primavera Stefano Lavarini era «soltanto» l'allenatore della Foppa di B1. E, nella stagione precedente, la sua prima a Bergamo, era stato assistent-coach nella Foppa dell'ultimo scudetto. Oggi si trova sulla panchina del team più medagliato.

Fino alla scorsa primavera Stefano Lavarini era «soltanto» l'allenatore della Foppa di B1. E, nella stagione precedente, la sua prima a Bergamo, era stato «soltanto» assistent-coach nella Foppa dell'ultimo scudetto. Oggi, dopo un triplo salto mortale, si trova sulla panchina del più medagliato team della pallavolo femminile italiana.

Nemmeno lui era riuscito a immaginare tanto: «Che la società apprezzasse il mio lavoro - dice - l'avevo intuito. Il fatto stesso che un anno fa mi avesse mandato a fare esperienza alla guida delle seconda squadra era un segnale preciso. Io, dentro di me, speravo che sarebbe venuto anche questo momento, ma non pensavo tanto presto».

Ennesimo debuttante alla guida della Foppa. Prima di lei era toccato a Bonitta, Fenoglio, Mazzanti. Con una differenza: ai suoi predecessori erano state affidate delle corazzate, che partivano con l'obiettivo di vincere tutto. Lei ha lo svantaggio di dover costruire una squadra ex-novo, ma anche il vantaggio che nessuno le chiede di conquistare lo scudetto. Come vive questa situazione?
«Francamente, non mi pongo questa alternativa e nemmeno mi interessa fare particolari paragoni col passato. Nella vita ci si rapporta con la situazione che c'è. Sin dal primo giorno sono andato in palestra con l'obiettivo di costruire un gruppo competitivo con le giocatrici che mi sono state messe a disposizione. È il mio lavoro e considero questo l'esordio ideale della mia carriera di allenatore in serie A1».

Allenatore di serie A1 a soli 33 anni, senza avere mai giocato a pallavolo: come è possibile?
«Veda, io sono cresciuto in una città, Omegna, in cui la pallavolo femminile era l'unico sport praticato, perlomeno a un certo livello. Quella maschile non esisteva, mentre le ragazze costituivano un gruppo straordinario. Mie compagne di scuola, al liceo scientifico, erano per esempio Leo Lo Bianco, Paola Cardullo, Chiara Negrini, Natalia Viganò. Un giorno chiesi al loro allenatore di poter dare una mano in palestra: mi sarebbe andato bene qualsiasi compito, anche il portapalloni, bastava fare qualcsa. Da lì è cominciato tutto e non mi sono più fermato: Chieri, Club Italia, infine Bergamo».

Chi lotterà per lo scudetto?
«Per come hanno operato sul mercato, e anche per le esperienze che si portano dietro, vedo Busto Arsizio, Piacenza e Modena, citate senza ordine gerarchico, davanti a tutte. Appena sotto Villa Cortese e forse Torino. Poi il gruppo nel quale ci saremo, e nel quale lotteremo, anche noi».

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