La Foppa del futuro a Torino
parte sfidando il suo passato

Scatta il campionato numero 68 e, per la prima volta da quando è entrata nel mondo della pallavolo, la Foppapedretti, la più medagliata delle squadre italiane, non punta alla conquista dello scudetto. Per le arcinote ragioni più volte ricordate.

Scatta il campionato numero 68 e, per la prima volta da quando è entrata nel mondo della pallavolo, la Foppapedretti, la più medagliata delle squadre italiane, non punta alla conquista dello scudetto. Per le arcinote ragioni più volte ricordate, l'obiettivo quest'anno è generico, indefinito: «Scopriremo strada facendo qual è il nostro valore reale e, di conseguenza, il ruolo cui potremo ambire», aveva detto l'allenatore Stefano Lavarini, debuttante su una panchina di serie A1, in un'intervista della scorsa settimana.

In realtà, un obiettivo fondamentale è già stato centrato: è il fatto stesso di esserci. I nuvoloni che si erano addensati sul cielo rossoblù la scorsa primavera avevano lasciato presagire addirittura la possibilità di un abbandono, poi scongiurata dalla passione della famiglia Foppapedretti e dalla straordinaria abilità del direttore generale Panzetti di fare le nozze con i fichi secchi.

Penalizzato dalla perdita di alcuni sponsor, Panzetti ha cominciato ad abbattere i costi cedendo i contratti più onerosi - Piccinini, Vasileva, Arrighetti, Nucu, Signorile, l'allenatore Mazzanti - e poi, realizzate queste economie di scala, si è ingegnato con quello che era rimasto in cassa per ricomporre un organico dignitoso, partendo dal valore sicuro di alcune giocatrici già in organico: Diouf, Di Iulio, Merlo e la rientrante Zambelli.

Il risultato dell'operazione, in rapporto alle fosche previsioni, è apprezzabile, Se sarà forte o meno lo dirà il campionato, ma già ora si può dire che la Foppa è squadra: nel senso dell'organicità e della completezza. Domenica alle 18 primo esame a Torino contro il Chieri di Francesca Piccinini.

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