Denis: «La vittoria più bella»
«La K? Chiedo solo più sicurezza»

«La vittoria più bella». Parola di German Denis. Il bomber nerazzurro, tornato al gol contro l'Inter, non ha nascosto la sua soddisfazione. A proposito della maglietta con la K: «Non è protesta politica, chiedo solo più sicurezza in Argentina».

Difficile rimanere con i piedi per terra, difficile dimenticare presto la vittoria contro l'Inter e buttarsi con la testa e con il cuore alla prossima sfida contro la Fiorentina, domenica 18 novembre alle 15, l'ennesima prova di maturità per l'Atalanta di Colantuono. L'eroe di giornata, anzi di serata, è il bomber atalantino German Denis, tornato al gol proprio nella notte più bella contro l'Inter.

“È stata una vittoria importante, la più bella da quando sono a Bergamo -ha affermato l'attaccante argentino-. Dobbiamo essere consapevoli di quello che stiamo facendo e tenere i piedi per terra perché adesso siamo sesti, ma in futuro non si sa. Non ho avuto paura sul rigore, ma qualche brivido sì. Dobbiamo continuare così, e già domenica ci aspetta un avversario difficile: contro la Fiorentina sarà durissima, perché sono compatti e hanno fame. Pensiamo alla salvezza, poi una volta raggiunto l'obiettivo sicuramente ci divertiremo: è giusto che i tifosi sognino, ma noi dobbiamo rimanere con i piedi per terra, anche se è un vero vantaggio giocare con gli stessi uomini per due anni di fila”.

Solo due gol nelle precedenti 11 partite e poi quella doppietta che finalmente lo sblocca, dopo un sostegno strappalacrime di tutti i tifosi atalantini, che non hanno mai smesso d'incitarlo, nemmeno quando sul finire del primo tempo ha fallito la palla del ko. “In quel momento ho sperato di avere un'altra occasione, altrimenti tutta la settimana avrebbe avuto un sapore amaro. Sapevo che il gol sarebbe arrivato, perché sentivo la fiducia e la voglia per cancellare quel periodo, nel quale i tifosi mi sono stati vicino. Non so se ero in difficoltà, mancava solo il gol e ringrazio loro perché mi hanno dato una grande carica. Capita a tutti i bomber un periodo no: l'importante è non perdersi d'animo. Tutto il gruppo mi è stato vicino: è bellissimo, perché tutti remiamo dalla stessa parte”.

In un solo colpo Denis zittisce ogni voce di mercato e non si pone obiettivi in termini di gol, quasi a voler spegnere le luci della ribalta su sé stesso, per concentrarsi solo sul campionato dei nerazzurri. “Fortunatamente non leggo i giornali, perché psicologicamente le critiche possono pesare: sentivo che si parlava di me, ma ero convinto che dovevo solo lavorare di più e cercare di far bene per la squadra. Ho fatto una preparazione diversa rispetto allo scorso anno, per mantenere un certo livello per tutto il campionato ed ora sto benissimo. L'importante è quello che fa l'Atalanta, non quello che fa Denis. Se farò gli stessi gol dell'anno scorso sarebbe importante per la squadra, ma non mi pongo obiettivi personali, proprio come nella scorsa stagione. Penso solo all'Atalanta, e penso solo a far bene qua".

Tra nerazzurri bergamaschi e milanesi la rappresentanza argentina è stata notevole a livello numerico, e decisiva ai fini del risultato finale in casa Atalanta. “Mi è dispiaciuto per Facundo Parra, ma l'ho visto con una voglia incredibile. Mi dispiace perché non era nemmeno un fallo d'ammonizione. In quell'occasione che ha avuto è stato bravo Handavonic, sarebbe stato bello se avesse fatto quel gol. Sono contento per come è entrato in campo, con la voglia di dimostrare a tutti che lui è pronto per giocare. Il rigore su Maxi era netto, anche se le immagini non chiariscono bene. Il mio amico Zanetti mi ha fatto i complimenti per i gol e la partita. Mio figlio è un po' atalantino e un po' interista per i tanti argentini presenti tra i milanesi, ma era contento, così come tutta la famiglia che soffre per me”.

A margine del calcio giocato, German Denis ha voluto chiarire una volta per tutte il significato di quella maglietta messa in mostra in occasione della prima rete. “Ha avuto un successo incredibile in Argentina. Non è niente di politico, è solo un fatto personale. Hanno tentato di derubare sia mia madre che mia suocera, che vivono in Argentina, con una pistola, e due anni fa è stato ammazzato un mio familiare. La mia famiglia è là, lontana, e io soffro per questo: è un momento che vivo con un po' di paura. Non era una critica al governo, ma quella della K sbarrata era solo un tentativo di richiamare l'attenzione delle autorità sul problema sicurezza. Speriamo che qualcosa cambi sotto questo punto di vista. Il mio pensiero è tornare nella mia terra, ma se le cose non cambieranno sarà difficile”.

Simone Masper

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