«Ragazzi, non perdete il treno»
La lezione di Emiliano Mondonico

«Non buttatevi via, non arrendetevi, siate competitivi». È il messaggio, denso di passione, che Emiliano Mondonico ha voluto trasmettere sabato a circa 300 ragazzi delle scuole superiori provenienti da tutta Italia. «Da giocatore ero immaturo e poco professionale».

«Non buttatevi via, non arrendetevi, siate competitivi». È il messaggio, denso di passione, che Emiliano Mondonico ha voluto trasmettere sabato a circa 300 ragazzi delle scuole superiori provenienti da tutta Italia, partecipanti alla fase finale dell'VIII Concorso per cortometraggi «Giovani Idee», indetto dalla Fondazione Carlo Donat-Cattin.

L'allenatore di Rivolta d'Adda, al Centro Congressi Giovanni XXIII di Bergamo, ha ripercorso gli episodi più significativi della sua carriera di giocatore prima e allenatore poi, ha chiacchierato di calcio e di vita, di Beatles, droghe e '68, di esperienze passate, ma soprattutto di sogni e futuro, di attimi da cogliere al volo.

«Da giocatore ero immaturo e poco professionale – ha esordito Mondonico -, ero una star in un mondo in cui mi sembrava tutto dovuto. Mi sentivo già arrivato, dato che ero l'erede di Meroni in un grande Torino. C'è voluto un brutto infortunio al ginocchio, il ritrovarmi da solo con la mia famiglia per capire la realtà e prendermi le mie responsabilità. Perciò quando è arrivato il secondo treno, quello da allenatore, ho fatto di tutto per non scendere più. E vi dirò: non sono ancora sceso, sono pronto ad allenare ancora».

Proprio le esperienze negative da calciatore hanno insegnato al Mondonico tecnico come vanno trattati i giocatori più difficili: «Ma la difficoltà maggiore - ha sottolineato - non è mai stata allenare le star, bensì i presuntuosi, le “pippe” che si credono campioni e trovano sempre alibi. Il segreto che fa funzionare uno spogliatoio, così come una classe, è trovarne il leader, che non è per forza il giocatore o lo studente più bravo o il più furbo, bensì quello più carismatico. Un grande leader era sicuramente Prandelli».

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