Stendardo, la presenza a Torino
mette fine a ogni polemica

Con la convocazione di Guglielmo Stendardo per la trasferta di Torino si è messa la parola fine alla diatriba tra il giocatore e la società che in settimana aveva fatto scorrere i classici fiumi d'inchiostro di buona memoria.

Con la convocazione di Guglielmo Stendardo per la trasferta di Torino si è messa la parola fine alla diatriba tra il giocatore e la società che in settimana aveva fatto scorrere i classici fiumi d'inchiostro di buona memoria. È l'auspicato buon senso, anche se giunto un po' in ritardo, l'incontrastato vincitore di una vicenda che si sarebbe, comunque, dovuta e potuta scongiurare sul nascere. Ma, per carità, non rivitalizziamo di nuovo il recente passato altrimenti altro che sottolinearne con estremo sollievo il suo stop.

L'aver messo, definitivamente, una pietra sopra (così almeno evidenziano i messaggi provenienti da Zingonia e dallo stesso centrale difensivo) non può che trovare unanimità di consensi. Tanto per cominciare da parte dei tifosi, schieratisi del resto subito a favore del giocatore come hanno evidenziato gli oltre 2 mila di loro nel plebiscitario sondaggio promosso dal sito on line de L'Eco di Bergamo.

Segnali di pace li avevano lanciati Pier Paolo Marino e Stefano Colantuono nell'apposita conferenza stampa congiunta di giovedì scorso, a Zingonia. Parliamoci chiaro: nessuno, all'atto pratico, avrebbe tratto vantaggio dall' eventuale prosieguo di un braccio di ferro a distanza. Se, poi, la dirigenza (come pare reciti il regolamento interno) opterà per una sanzione pecuniaria il polverone suscitato non riprenderà a farsi vivo. Al tirar delle somme, la cosa più importante, secondo noi è che i rapporti tra il prossimo avvocato a pieni titoli e la società nerazzurra non si sia, per nulla, scalfito. Ne consegue che Colantuono (fu, tra l'altro, proprio lui a caldeggiarne il ritorno a Zingonia la scorsa estate) sa di poter continuare ad affidarsi su un calciatore di buon livello e, inoltre, acculturato. Siamo o non siamo di fronte a un valore aggiunto?

Arturo Zambaldo

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