Atalanta, con la continuità
obiettivi ancora più ambiziosi

Che l'Atalanta manchi di continuità nei risultati è li da vedere. Fa discutere, infatti, l'intermittenza tra prestazioni con la «P» maiuscola e altre da dimenticare in fretta.

Che l'Atalanta manchi di continuità nei risultati è li da vedere. Fa discutere, infatti, l'intermittenza tra prestazioni con la «P» maiuscola e altre da dimenticare in fretta.

Alla ricerca di specifiche diagnosi c'è chi insiste nel tirare in ballo le motivazioni, figlie di circostanze ed eventi del momento. Perorando questa tesi (o se si preferisce ipotesi) sia pure indirettamente, si chiama in causa anche Stefano Colantuono visto che tra le funzioni di un allenatore c'è appunto quella di caricare al meglio il gruppo. In questa direzione si tende a escludere problemi di altra natura, di cui prioritario è quello tecnico.

Premessa d'obbligo: se i nerazzurri, con sistematica periodicità non inciampassero in battute a vuote contenderebbero, addirittura, il primato in classifica ai club più titolati. L'Atalanta, invece, è puntualmente esclusa dal giro che conta in base alla effettiva consistenza dell'organico. Non a caso, nell'improponibile sfida di domenica scorsa a Torino, mister Antonio Conte ha tenuto a scaldare la panchina o spedito in tribuna pedine che da noi assumerebbero di colpo il ruolo di leader incontrastato. Non scherziamo, allora, sull'argomento! Meno male che la rosa atalantina dispone di giocatori che definirli da team provinciale sarebbe oltre che ingeneroso, riduttivo. E la classifica è pronta ad avallarlo in maniera palpabile. I 23 punti meritatamente totalizzati sul campo ci ricordano, del resto, che il cammino sin qui percorso va catalogato tra quelli più significativi dell'ultra centenaria storia della società.

Preoccupazioni di salvezza, poi, non ne sono proprio affiorate. Rimaniamo, se mai, nel tempo in paziente e fiduciosa attesa, se proprio si vuole, di quell'ulteriore salto di ambizioni, continuità ...permettendo.
Arturo Zambaldo

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