Ecco come giocherà
l'Atalanta «rivoluzionata»

di Pietro Serina
Adesso tocca a Colantuono. La società gli ha completato l'attacco e - persi Manfredini e Peluso - gli ha ritoccato la difesa. Si consideravano necessari un terzino destro di ruolo, un terzino sinistro esperto e un attaccante di spessore, che tirasse in porta.

di Pietro Serina
Adesso tocca a Colantuono. La società gli ha completato l'attacco e - persi Manfredini e Peluso - gli ha ritoccato la difesa. Si consideravano necessari un terzino destro di ruolo, un terzino sinistro esperto e un attaccante di spessore, che tirasse in porta. I primi due sono arrivati, al posto del terzo - a quando pare inarrivabile - sono stati tesserati due giocatori diversi tra loro e diversi dagli altri attaccanti già in organico. Ora per il tecnico non ci sarà che l'imbarazzo della scelta.

E la squadra potrà contare su molte più soluzioni tattiche, soprattutto dalla cintola in avanti. Perché in difesa la sensazione è che, dopo le tre gare giocate con la difesa a tre, ora si resterà quasi sempre con la linea a quattro. Perché Scaloni è un vero terzino destro e Del Grosso a sinistra è giocatore di categoria (sei anni e mezzo da titolare in A). Chiaro che, nella miglior condizione di forma di tutti, Bellini, Stendardo, Manfredini e Peluso erano meglio di Scaloni, Stendardo, Canini, Del Grosso. Ma giocando più di sostanza che di stile questa può diventare una linea difensiva competitiva.

Tante alternative in attacco
Le novità principali sono però arrivate davanti. Gli attaccanti, contando Moralez, sono saliti da quattro a sette. C'erano Denis con dietro Parra e a supporto Maxi con dietro De Luca. Ora ci sono Denis con dietro Parra, Budan e (se serve) Livaja e Brienza con dietro Livaja, Maxi, e De Luca. Chiaro che non è la stessa cosa. E tanta possibilità di scelta tra i singoli a questo punto apre la strada a tante, tantissime soluzioni tattiche diverse.
Nei due campetti proposti in questa pagina abbiamo confrontato l'Atalanta di fine 2011 a quella attuale per evidenziare come, nella formazione tipo, sono cambiati ben sette giocatori: Masiello, Lucchini, Manfredini, Peluso, Schelotto, Padoin e Moralez. Cinque han cambiato aria, gli altri due (Lucchini e Moralez) sembrano diventati rincalzi. Ma il tema è un altro: l'Atalanta di oggi si può proporre con tanti schieramenti diversi.

Per esempio davanti ai quattro difensori è sempre più probabile il centrocampo a tre, con Carmona, Cigarini e Biondini. E Giorgi, Radovanovic e Cazzola come alternative. In tal caso restano tre posti per i giocatori d'attacco. Brienza, Bonaventura e Moralez possono fare i trequartisti. Ancora Brienza più Denis, Livaja, Budan, Parra e De Luca possono occupare gli altri due posti d'attacco. E se si gioca con una punta sola possono diventare due i trequartisti.

Tutto ruota intorno a Denis
Certo, tutto continuerà comunque a ruotare intorno a German Denis. Non è arrivato il gran colpo (Pinilla, Bianchi) che avrebbe potuto metterne in discussione la leadership, quindi il centro del mondo nerazzurro là nell'area avversaria resta lui. Con una punta a fianco, con uno o due trequartisti alle spalle, oppure con due esterni larghi a sostegno. Ma sarà sempre Denis a doverci garantire il maggior numero di gol. I suoi compagni di reparto saranno soprattutto di completamento. Le difese avranno sempre un uomo in più del quale occuparsi, quindi German troverà più spazi.

Per fare un esempio: Brienza è un mancino che predilige partire da destra ed accentrarsi per trovare la porta o l'ultimo passaggio. In A non vale 10 gol, ma se comunque lui ne segna un paio, serve altrettanti assist e puntando a saltare l'uomo spariglia le difese, per Denis sarà tutta un'altra vita. Brienza può giocare da seconda punta, da punta esterna a tre, da trequartista dietro la punta o a fianco di un altro trequartista sempre dietro una punta. Se necessario potrebbe anche fare il trequartista dietro due attaccanti. Ma, estremizziamo, lo puoi fare in casa con il Pescara, non certo in trasferta a Napoli, o con l'Inter. Non avresti equilibrio.

Anche Livaja per due ruoli
Meno eclettico, ma comunque utile in due ruoli diversi è anche Marko Livaja. Il ragazzo è tosto, ha forza, è generoso, è coraggioso. Ha 19 anni, non è evoluto tatticamente (e non lo potrebbe essere), pare non ami fare grandi corse all'indietro senza palla.

Ma imparerà (è in comproprietà con 4,5 anni di contratto) e viste le sue caratteristiche quando andrà in campo di sicuro muoverà le acque là davanti. E non lo farà correndo all'indietro (come Parra), ma restando dentro l'area, dove serve. A fianco di Denis, con vicino Brienza, chiunque ci sia con lui in attacco. Possiamo essere ottimisti. Perché davanti adesso abbiamo molte più soluzioni.

Pietro Serina

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