Sport / Bergamo Città
Lunedì 04 Febbraio 2013
L'Atalanta e il ritorno al successo
la «salvezza» torna di moda
Dimostriamo, sia pure a fatica, di saper anche vincere. Da un paio di mesi siamo esposti a critiche (in alcuni casi a sberleffi) perché sospettati di smisurato ottimismo sul prosieguo di campionato da parte dei nerazzurri.
Dimostriamo, sia pure a fatica, di saper anche vincere. Da un paio di mesi siamo esposti a critiche (in alcuni casi a sberleffi) perché sospettati di smisurato ottimismo sul prosieguo di campionato da parte dei nerazzurri.
Al nostro ipotetico eccesso nell'alzare l'asticella sulle ambizioni del team di Stefano Colantuono si sono puntualmente riscontrate diagnosi e ipotesi votate al pessimismo più nero. Per carità, la latitanza di risultati a dicembre e a gennaio potevano, del resto, indurre a non cantar vittoria.
Ma da qui a lanciare messaggi degni della più determinata Cassandra di turno, forse ne passava. Insomma, lo spauracchio di precipitare in serie B era, pressoché, diventato all'ordine del giorno nonostante la squadra fosse sempre collocata al di sopra della zona rossa.
Il ritorno al successo in Sicilia sembra, di colpo, aver rimesso le cose nella loro equa dimensione. La parola “salvezza” è tornata di moda. Meglio, naturalmente, così. Fermiamoci, comunque, qui sull'argomento altrimenti mancheremmo in coerenza nel privilegiare la nobile tesi del “saper vincere”.
Spostiamoci sul recente mercato invernale visto che contro i rosaneri si è toccata con mano la bontà delle copiose operazioni concluse atempo di record. L'inedita coppia di terzini, Scaloni e Del Grosso, in aggiunta all'altro acquisto Canini hanno, infatti, puntellato una difesa (diretta dal collaudato Stendardo) prima sovente in affanno.
E pronti all'occorrenza ecco Brienza, Contini e Livaja (pure loro appena ingaggiati) con rispettivi convincenti curriculum. Una rosa, ineccepibilmente, riveduta se non addirittura rivoluzionata.
Ciò fa dedurre che la campagna acquisti-cessioni dell'estate non sia stata affatto esaltante. In effetti l'aver contrattualizzato Matheu, Troisi e Parra (alla punta argentina, però, doveroso concedergli successivi test sul terreno di gioco) non è che ci si debba ritenere soddisfatti.
Ma solo chi non opera in ogni ambito è esente da errori. L'importante è essere opportunamente e a tempo di record corsi ai ripari. I media, all'unanimità hanno assegnato un sette tondo tondo alla conclusione delle trattative: non è mai male.
Arturo Zambaldo
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