Atalanta, una prova incolore
Ma un punto da cassaforte

Un punto, quello conseguito dall'Atalanta, da collocare in cassaforte anche se la prestazione non è stata eccelsa. Ma se il risultato di parità lo si coniuga con il prezioso blitz di Palermo c'è di che essere, di sicuro, soddisfatti.

Mantenere, infatti, un vantaggio di sei lunghezze sulla zona rossa rappresenta il consolidamento di una situazione che definire largamente tranquilla corrisponde ad una realtà delle più palpabili.

Certo, è il caso di ribadire che la sfida con il Catania ha fatto arricciare il naso a molti tifosi. Pressoché inesistenti, del resto, gli affondi offensivi (assenza di tiri in porta) e un centrocampo (il forfait di Cigarini non vale alcun alibi) per lunghi tratti privo di consistenza.

Meno male che il reparto difensivo, grazie sopratutto ai recenti innesti di Scaloni, Del Grosso e Canini e opportunamente orchestrato dall'esperto Stendardo, ha contrastato a dovere la pericolosità degli annunciati attaccanti siciliani.

A livello individuale sotto esame Brienza che mister Colantuono non ha esitato a gettare, dall'inizio, nella mischia. All'ex rosanero assegnamo una sufficienza risicata: il suo rendimento, comunque, migliorerà con qualche allenamento in più con i nuovi compagni.

L'allenatore nerazzurro ha anche lanciato, sia pure nei minuti finali, il diciannovenne Livaja, giocatore di indubbio talento. Da rinviare qualsiasi valutazione sul suo conto per scontate ragioni.

Purtroppo, spostandoci al prossimo impegno, con il Torino (in trasferta) l'Atalanta dovrà rinunciare a Bonaventura (ammonito, una volta in diffida), pedina imprevedibile, in positivo, in grado di recitare più funzioni, compresa quella di bomber. Fuori, giocoforza Bonaventura, si dovrebbe recuperare lo scalpitante Moralez che non più tardi della passata stagione sportiva aveva contribuito in maniera autorevole a all'Atalanta del record dei 52 punti in campionato.
Arturo Zambaldo